
Il Mattino della domenica è stato bacchettato dal Consiglio svizzero della stampa per la pubblicazione di numeri telefonici privati di politici e funzionari apparsi nell’articolo del 9 novembre 2008, “Niente tredicesima Avs, ma 10 milioni per un ex-convento". Nell’articolo si invitava a telefonare “a chi vuole affossare la tredicesima Avs agli anziani che tirano la cinghia". In particolare, il domenicale leghista ha violato il rispetto della sfera privata, venendo meno alla “Dichiarazione dei doveri e dei diritti dei giornalisti”. L’articolo aveva suscitato scalpore, tanto da portare l'Associazione ticinese dei giornalisti (ATG) a presentare un reclamo al Consiglio svizzero della stampa. Poi il 1° marzo erano arrivate al Consiglio le osservazioni di Giuliano Bignasca: “Il Mattino della domenica è proprietà del sottoscritto e pertanto ci scrivo quello che mi pare e piace, senza bisogno dell'autorizzazione di nessuno e men che meno dell'ATG (…) È mia intenzione continuare a pubblicare a mia totale discrezione i numeri di telefono di politicanti o di altri sedicenti personaggi pubblici che riterrò, sempre a mia totale discrezione, meritevoli di tale attenzione”. Negli scorsi giorni il reclamo dell’ATG è stato accolto. “Anche se il confronto polemico assume una certa asprezza, non è lecito invadere senza giustificazione adeguata la vita privata delle persone”, osserva oggi il Consiglio. Che aggiunge: “anche la pubblicazione dei numeri telefonici delle persone criticate dal «Mattino della domenica» dev'essere ritenuta manifestamente illecita. Tanto più che il lettore è addirittura esortato a inquietare telefonicamente le persone nominate: un invito che contraddice le norme più elementari di correttezza giornalistica”. La reazione di Giuliano Bignasca"Andiamo avanti a fare quello che abbiamo sempre fatto", commenta a Ticinonews Giuliano Bignasca. "Noi non siamo giornalisti, siamo guerriglieri che fanno un giornale". Più chiaro di così.
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