
Il malessere sociale in Ticino ha toccato livelli da record nel 2023. Stando ai risultati della 12esima edizione del Welfare Index, lo scorso anno questo tipo di malessere ha raggiunto i 126,5 punti, con un incremento del 26,5% in soli 12 anni (nel 2011 si attestava a 100 punti e nel 2021 a 123,09). In poche parole, quando il Welfare index cresce la situazione peggiora, quando diminuisce migliora: il totale dei punti per i 90 indicatori che lo compongono è di 15’000, pari a un indice uguale a 100. Quando l’indice supera la soglia di 100 punti significa che la situazione sociale (welfare) peggiora, quando l’indice scende sotto la soglia del 100 significa che migliora. Risultati che evidenziano quindi un costante peggioramento delle condizioni di vita reali percepite nel nostro Cantone e che preoccupano non poco la start-up della politica 'AreaLiberale', che in un comunicato (co-firmato da Sergio Morisoli e Paolo Pamini) sottolinea come sia "necessario un cambiamento radicale nelle politiche e nelle strategie di welfare per affrontare efficacemente il malessere sociale".
Cosa è emerso e cosa viene criticato
Il Welfare Index è uno strumento cruciale per misurare il malessere sociale e combina 90 criteri statistici raccolti da 12 anni in modo immutato partendo dalle fonti ufficiali (USTAT e i Rendiconti del Governo). La metodologia di calcolo unisce la realtà dei fatti con la percezione dei cittadini, fornendo così una visione dettagliata, accurata e complessiva del contesto sociale. Quello che è emerso è che il peggioramento sull’arco dei 12 anni di misurazione "è ormai costante". La tendenza di crescita del malessere post Pandemia "ha ripreso definitivamente il suo corso ascendente con una importante accelerazione negli ultimi tre anni: si sono aggiunti ben 11 punti di peggioramento all’indice generale!", viene sottolineato nella nota. Inoltre, i sotto indici indicano delle dinamiche diverse tra di loro. "In particolare nel dopo Pandemia spicca l’accelerazione del malessere giovanile, quello delle famiglie, l’impennata di quelli della delinquenza e del comportamento. Più contenuto quello del lavoro e praticamente costante da un decennio quello dovuto al bisogno finanziario dei singoli, sussidiato dallo Stato in senso stretto". Dal punto di vista economico sono invece evidenti due aspetti. "La crescita del PIL sui 12 anni (+20.7%) non produce sufficiente benessere personale e prosperità collettiva per rallentare o ridurre il malessere diffuso (+26.5%); la crescita continua della spesa per il welfare (+31.9%) risulta inefficiente e inefficace per frenare o ridurre il malessere diffuso". Dal punto di vista politico "sembra opportuno mettere in discussione le politiche, le leggi e le risorse dedicate negli ultimi anni sia al Welfare che alla crescita economica. Di scuro ci vuole un cambiamento". Una particolare critica viene poi rivolta da una parte al dipartimentalismo e al partitismo, "i quali - sempre più consolidati - impediscono quelle soluzioni politiche necessarie con un approccio globale e interdisciplinare al tema del welfare". Dall’altra, "il mercato del lavoro lasciato a sé stesso, a volte saccheggiato, nonché la debole politica economica impediscono di sottrarre un numero importante di cittadini dal malessere sociale". Infine, AreaLiberale cita l'analisi dei compiti dello Stato, "che dovrebbe prioritariamente verificare efficienza e efficacia delle leggi che coprono il Welfare in senso lato (protezione dei cittadini, socialità, formazione, lavoro), l’organizzazione amministrativa-burocratica che regge il welfare, rifocalizzare il mondo dei beneficiari dello stato sociale e rivalutare l’impiego selettivo delle enormi risorse finanziarie che oggi assorbe dando risultati insufficienti".
"Interventi urgenti"
I risultati del Welfare Index 2023 di AreaLiberale richiamano "particolare attenzione sulla necessità di interventi urgenti e mirati per migliorare la qualità della vita nel Ticino e ridurre le paure e lo smarrimento dei ticinesi". La crescita economica seppur in aumento, come il continuo aumento della spesa per il welfare "non sono sufficienti da sole per frenare e invertire la tendenza del malessere diffuso. È necessario un cambiamento radicale nelle politiche e nelle strategie di welfare per affrontare efficacemente il malessere sociale. Ma anche nell’operatività ci vogliono misure coraggiose di tipo organizzativo burocratico, di impiego della sussidiarietà, di ridefinizione degli standard, di riqualificazione dei beneficiari, di critica delle leggi in termini di efficienza ed efficacia; misure che non sono più rimandabili. In ottica finanziaria poi, una chiara selezione delle priorità in funzione del 'chi spende meglio, spende meno' diventa cruciale per la sopportabilità e il finanziamento di tutto l’impianto del welfare".