I processi nelle nostre aule di tribunale sono ancora spesso in grado - purtroppo - di sorprendere per l’assurdità delle situazioni che vengono raccontate. Questo è uno di quei casi. Il caso di un maestro di musica che, in classe e alla presenza di un’allieva di 10 anni, accende il computer e si mette a guardare un film porno. E inizia a toccarsi. E mentre si tocca, notando che la bambina distoglie lo sguardo, le chiede: «Perché ti sei girata?». È il caso di un maestro di musica che a cinque suoi allievi (tra gli 8 e i 12 anni), senza un apparente motivo, a un certo punto della lezione si mette a mostrare immagini di donne nude prese da Facebook e YouTube. I

l caso di un maestro di musica, cinquantenne, che a una sua allieva che ha da poco compiuto 16 anni dice, mentre i due si stanno fumando una sigaretta, «Hai proprio una bella bocca, mi piacerebbe provarla (o baciarla). Ho proprio questo desiderio, però non devi dirlo a nessuno». Diciamolo subito: il maestro - attivo in una piccola scuola di musica privata del Luganese, da lui gestita - è stato condannato, anche se non tutti i fatti di cui sopra sono stati riconosciuti come reati penali. Condannato (a 12 mesi sospesi per tre anni) per atti sessuali con fanciulli - ed era l’accusa più pesante tra quelle formulate dalla procuratrice pubblica Pamela Pedretti - ma non per molestie sessuali e per pornografia.

Nel luglio del 2016 era stato arrestato, e in carcere aveva passato 100 giorni prima di poter tornare in libertà in attesa del processo.

Maggiori dettagli nell'edizione odierna del Corriere del Ticino

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