Ticino
Il Lema festeggia i settanta
Immagine Fiorenzo Maffi
Immagine Fiorenzo Maffi
Filippo Suessli
2 anni fa
L’impianto di risalita che porta da Miglieglia alla vetta della montagna malcantonese fu inaugurato nel 1952. L’originaria seggiovia è stata sostituita da una funivia nel 1997

“Su tutto spiccava la selvaggeria maestosa della montagna in un silenzio che è sovrano”. Così scriveva Ugo Canonica sulla Gazzetta ticinese ai primi di luglio del 1952, raccontando dell’inaugurazione della seggiovia del Monte Lema. Avviata già ad aprile, l’infrastruttura strappava i turisti su per gli 844 metri di dislivello fino in vetta alla montagna da cui si vede tutto: “Un paesaggio dei più variati”, scriveva ancora Canonica, “dal lago di Lugano al Verbano, alle alpi bernesi, grigionesi e vallesane e l’occhio spazia fin sul lontano Monte Rosa e nei giorni di vento scorge, nell’azzurra lontananza, la pianura lombarda e gli Apennini(sic)”.

Settantanni da festeggiare
La seggiovia fu immaginata dalla contessa De Mileant e costruita dalla Von Roll, l’idea era di dare una spinta al Malcantone e al suo turismo. E funzionò: basti pensare che quell’anno fu avviato apposta il collegamento in autopostale tra Lugano e Miglieglia, passando per Bioggio, Cademario e Breno, permettendo così anche gli spostamenti tra gli altri paesi. Una piccola rivoluzione per il Malcantone che quest’anno si trova quindi a festeggiare l’anniversario. Proprio in questi giorni, per l’occasione, Lema Mountain (ma del nome parleremo dopo) ha pubblicato un video per festeggiarli e nel corso della stagione estiva organizzerà alcuni eventi.

La gemella mai nata
Quel giorno di luglio del 1952 parlarono molte autorità. I sindaci, i politici cantonali, gli operatori turistici svizzeri e italiani. Tra questi vi era il dottor Segnan, portavoce della Pro Valli Dumantina, che immaginava la naturale continuazione della seggiovia con la costruzione sul versante italiano di un impianto simile tra il comune di Agra e la vetta del Lema. Così non fu e ancora oggi, chi vuol salire sulla cima della montagna senza fatica deve scegliere il lato svizzero.

Il cambio di nome
La storica seggiovia, poi, nel 1997 lasciò il posto a una più moderna (seppur meno romantica) funivia. Sulla vetta, oltre alla storica croce, le offerte sono molte: l’osservatorio, il parco giochi, il campo di volo per aeromodelli e il ristorante. Le possibilità di gite a piedi e mountain bike sono numerose e i locali lo sanno, nei mesi giusti si trovano anche molti funghi. Proprio gli indigeni sono quelli che con più veemenza hanno reagito all’ultimo cambiamento: il rebranding della società. Gli impianti hanno deciso di rispolverare la propria immagine utilizzando il nome Lema Mountain per tutta la promozione commerciale. Il cambiamento evidentemente non riguarda la montagna - che Monte Lema è e Monte Lema resta - ma i malcantonesi, con un certo gusto polemico e amore per la sceneggiata, non smetteranno presto di rinfacciarlo ai responsabili.

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