
Ha genitori, nonni e bisnonni famosi: Ivan Knie rappresenta l’ottava generazione della famiglia del più famoso circo svizzero. Circo che sarà in Ticino dal 24 novembre al 3 dicembre, per la prima volta ad Agno. Abbiamo quindi approfittato dell’occasione per rivolgere ad Ivan alcune domande.
Sei già arrivato in Ticino perché il 24 novembre arriverà il circo, ma quest'anno non verrà al solito posto.
“Esatto, arriveremo per la prima volta ad Agno in 104 anni. Siamo contenti di aver trovato una piazza, dato che quella di Lugano non è più disponibile per noi. Siamo stati accolti generosamente e speriamo che vada tutto bene”.
Questa non è l'unica novità, perché c'è il luogo, ma all'interno c'è anche lo spettacolo e la magia. Quest'anno la magia avrà anche a che fare con l'acqua? Bisognerà portare l’ombrello?
"No, l’ombrello ve lo lasciamo noi (ride, ndr). C'è uno spettacolo acquatico a cui normalmente da noi non si assiste e che la gente ha forse l'opportunità di vedere a Las Vegas in un teatro. Ed è stata proprio questa la difficoltà per noi: portare quella tecnologia in uno spettacolo che deve viaggiare in 24 città diverse in 10 mesi”.
Per preparare uno spettacolo del genere ci vuole molto tempo?
"Abbiamo impiegato tutto il mese di febbraio prima della première. Abbiamo avuto tutte le difficoltà e i difetti possibili; siamo i primi a farlo, quindi non c'è nessuna statistica ad aiutarci e a prepararci, ma finalmente il mio padrino e l’intera squadra sono stati bravissimi a mettere in scena tutto questo. Al pubblico piace da matti, il feedback è incredibile quest'anno”.
Abbiamo detto di luogo e spettacolo, ma c'è qualche altra curiosità?
“Tantissime, i nostri numeri acrobatici sono tra i migliori anche per quanto riguarda gli artisti. Io presenterò un numero che sognavo di fare da tanto tempo, il carosello con 30 cavalli in pista, ma ci sono tante cose di cui il pubblico può essere contento”.
Penso che a casa ci siano diverse curiosità, sullo spettacolo ma anche su di te e sul tuo percorso. Tu sei praticamente nato al circo. Hai fatto tutta la tua vita al circo, la scuola su un carrozzone?
“Abbiamo una roulotte con una maestra che ci segue tutta la stagione e tutti i bambini che sono al circo sono obbligati a seguire le lezioni”.
Per chi guarda, il circo è affascinante, è magia, è anche un elemento della nostra infanzia, ma per te che l'hai vissuto dall'interno cosa rappresenta?
“Tutto. È la mia vita, tanti mi chiedono cosa avrei fatto senza il circo. Io mi reputo molto fortunato e non mi immagino a fare un altro lavoro. Adoro quello che faccio”.
Il fatto di doversi spostare spesso è un elemento che ti pesa?
“No, è ciò che lo rende interessante: mai abituarsi, mai annoiarsi. Ogni settimana c'è qualcosa di nuovo da fare, ma c'è anche l'opportunità di conoscere persone e fare amicizie”.
Il Knie è anche un simbolo del nostro paese, gira tutta la Svizzera. Il pubblico reagisce in maniera diversa in base al luogo in cui si è?
“Sì, certe regioni reagiscono di più a determinati elementi dello spettacolo. In alcune preferiscono i cavalli, mentre in altre ancora le acrobazie o i clown e così via”.
Un’ultima domanda che riguarda gli animali. Ovviamente alcuni sono legati a dei ricordi di molti anni fa, quando c'erano tanti animali all'interno del circo. I tempi sono cambiati e adesso non ci sono più quelli che si usavano una volta.
“Non abbiamo più elefanti e giraffe, mentre abbiamo i nostri cavalli, che fanno ancora parte della famiglia. Gli altri animali adesso stanno benissimo al nostro parco a Rapperswill. Fa tutto parte del cambiamento: il nostro circo è sempre variato negli anni e rientra nel modernizzarsi. Anche l’intera tecnica che utilizziamo negli spettacoli fa parte di un cambiamento importante”.