Luganese
Il Grotto del Cavicc si prende un anno di pausa. Il gestore: "Voglio esplorare altri paesi"
Thomas Schürch
3 giorni fa
Dopo 27 stagioni vissute nel locale di Montagnola, Reto Bertoldi sente il bisogno di staccare. "Questo periodo mi sarà utile per riflettere su me stesso e sul futuro del ristorante".

Il Grotto del Cavicc di Montagnola non accoglierà i suoi clienti la prossima primavera. Lo ha annunciato in un video pubblicato sulla pagina Instagram del ristorante il gestore Reto Bertoldi, comunicando la sua intenzione di prendersi un anno di pausa e di non aprire il grotto per la stagione 2026. “Dopo venti anni di lavoro nella ristorazione, di cui una decina alla guida del Cavicc, sento il bisogno di ricaricare le energie”, afferma Bertoldi nel video. “Voglio esplorare altri paesi, altre culture e altri modi di vivere. Necessito di un periodo di tempo in cui nutrire in modo diverso il mio corpo, ma anche la mia anima. Un momento utile anche per capire quale sarà il futuro del grotto”.

Perché questa scelta

Le tempistiche di questa decisione coincidono con alcune partenze in seno al personale. “I cuochi ‘Micio’ e ‘Sissi’ sono prossimi al ritiro”, prosegue Bertoldi. “Ho quindi deciso di approfittare del cambiamento per prendermi una pausa”. Pausa che lo porterà, prima di tutto, in Sud America. “La mia meta iniziale è il Perù, una terra molto ‘energetica’ che potrà aiutarmi a conoscermi e a capire meglio la mia essenza”, racconta a Ticinonews. Per le tappe successive del viaggio, invece, “mi lascerò sorprendere”.

“Per il futuro è tutto aperto”

Una volta conclusa l’esperienza, Reto tornerà in Ticino e dovrà decidere quale strada intraprendere. “Una parte di me è attratta dal volontariato, dal diffondere positività. Ho varie idee in tal senso”. Per quanto concerne invece la ristorazione, e il Cavicc in particolare, “potrebbe esserci un nuovo inizio, anche se la macchina perfetta che si era venuta a creare non è replicabile. È tutto aperto, ma deciderò in futuro”.

I saluti

Al Cavicc Bertoldi ha vissuto 27 stagioni. Un lungo viaggio iniziato nel 1998, anno in cui i suoi genitori decisero di rilanciare lo storico locale. “Io e i miei fratelli siamo cresciuti qui, e i miei nipoti ci hanno mosso i primi passi. Per più di una generazione abbiamo sempre lavorato per dare il meglio”. E l’ultimo pensiero non può che essere rivolto ai clienti: “Conoscervi e servirvi è stato un privilegio per la nostra famiglia. Tra questi tavoli sono nate amicizie vere e sarà un piacere salutarvi di persona, da qui all’ultimo giorno di lavoro (il 12 ottobre, ndr). Per il resto, come diciamo sempre, ‘sa vedum’, a presto e grazie di cuore da parte di tutti noi”.