
Ad accendere i riflettori sul cantiere di piazza grande a Giubiasco è stata La Regione, che negli scorsi giorni ha sollevato dubbi sulla provenienza della materia prima che si stava posando. Il cantiere è stato fermato e, dopo le verifiche, il verdetto di un geologo ha confermato: i dadi sono di granito portoghese e non di gneis così come previsto da capitolato. La differenza si vede a occhio nudo.Ma come ci è finito il granito sbagliato a Giubiasco? Sembrerebbe che l’impresa incaricata dei lavori abbia subappaltato la fornitura e la posa della selciatura a una ditta che ha fatto arrivare la materia prima dal Portogallo ad un prezzo decisamente inferiore. Per la logica dei prima i nostri (graniti in questo caso) la città ha deciso di porre rimedio e sostituire il sostituibile. Come conferma Christian Paglia, capodicastero Opere pubbliche e ambiente, il granito verrà sostituito con quello della tipologia della Riviera per favorire le imprese locali.
Per ora sono stati tolti tutti i cubi non ancora cementati. Si deciderà più avanti se sostituire anche quelli adiacenti alle case. Non è ancora chiaro a chi toccherà pagare l’inghippo, Paglia garantisce che le tempistiche verranno rispettate e la piazza sarà pronta per l’autunno. Di pavimentazioni e polemiche non è la prima volta che si parla. Nel 2012 era capitato a Carasso in via Mezzavilla. Anche allora i dadi venivano dal Portogallo. Successe anche a Isone più recentemente, in quella che qualche spiritoso ha ribattezzato piazza Erdogan, dove convivono pacificamente sampietrini turchi e ticinesi...
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