Ferrovie
Il Governo ticinese incontra le FFS, Gobbi: "Siamo preoccupati e contrari alle misure"
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Redazione
un mese fa
Il Consiglio di Stato, guidato dal Presidente Norman Gobbi, ha incontrato a Palazzo delle Orsoline una delegazione della Direzione delle Ferrovie federali svizzere, con a capo il CEO Vincent Ducrot per fare il punto della situazione su vari temi, tra questi la riorganizzazione di FFS Cargo. Le Ferrovie annunciano nuovi tagli in Ticino e il Consiglio di Stato si esprime contrario alle misure proposte.

"Il Consiglio di Stato ha preso atto con forte preoccupazione e contrarietà alle comunicazioni odierne delle FFS relative all'annuncio della futura riorganizzazione del traffico merci", queste le parole usate da Norman Gobbi, presidente del Consiglio di Stato, per descrivere l'incontro avvenuto con una delegazione delle FFS, guidata dal Direttore Vincent Ducrot e dal Direttore Responsabile Traffico merci Alexander Muhm. "A mente del Governo, ancora una volta, il Cantone Ticino si trova penalizzato da scelte aziendali che ignorano il ruolo strategico del Ticino nel sistema ferroviario svizzero e nella politica di trasferimento delle merci dalla strada alla ferrovia. Una riorganizzazione che nei fatti rappresenta una perdita della presenza operativa a sud delle Alpi, con conseguenze occupazionali e territoriali", prosegue Norman Gobbi che chiede con fermezza alle FFS tre punti: 

  • sospendere ogni ulteriore misura di riduzione del personale in Ticino fino alla conclusione di un confronto politico e tecnico con le autorità cantonali e le parti sociali;
  • garantire il mantenimento di una base operativa stabile e qualificata per il traffico merci nel nostro Cantone, con particolare attenzione al nodo di Chiasso e al ruolo di Bellinzona;
  • elaborare una strategia nazionale per il traffico merci che valorizzi la posizione del Ticino come snodo logistico e non lo releghi a mera zona di transito.

Il Consiglio di Stato ribadisce, poi che "le FFS, in quanto impresa pubblica svizzera, non possono agire unicamente secondo logiche aziendali a scapito di regioni minoritarie e della coesione nazionale, anche tenendo in considerazione il forte e storico legame fra le FFS e il Cantone Ticino. Il trasporto ferroviario delle merci è una funzione strategica per la Svizzera e per questo deve rispondere a obiettivi di coesione territoriale, sostenibilità ambientale e sicurezza dell’approvvigionamento".

Tra soluzioni offerte e nuovi tagli

Le FFS hanno poi ribadito in una nota che "hanno ultimato la ricerca di soluzioni per i 40 collaboratori e collaboratrici in Ticino". Le FFS annunciano in seguito ulteriori tagli in Ticino: "Tutte le parti coinvolte apportano il proprio contributo: la Confederazione con un sostegno finanziario temporaneo al TCI, la clientela attraverso il pagamento di prezzi in linea con il mercato e le FFS con aumenti dell’efficienza e riduzioni dei costi. Purtroppo il nuovo assetto operativo richiederà un numero minore di posti di lavoro, in tutta la Svizzera e anche in Ticino. Con il cambiamento d’orario 2026/27 (13 dicembre 2026) verrà introdotto un nuovo modello di produzione, volto a garantire un esercizio del TCI più semplice, efficiente, stabile e redditizio. Il modello di produzione è attualmente in fase di elaborazione di concerto con i clienti. Il nuovo modello nel TCI e l’adeguamento della rete di trasporto comportano una variazione del fabbisogno di personale e di locomotive. Le FFS devono impiegare il proprio organico dove ci sono merci da trasportare, con la conseguente necessità di operare trasferimenti e una riduzione di organico.   Inoltre, le FFS opereranno un taglio del numero di depositi per i propri collaboratori e collaboratrici. Secondo lo stato di pianificazione attuale, vi saranno variazioni sia per il personale di locomotiva delle sedi di Briga, Buchs SG e Chiasso, sia anche presso le sedi del personale di manovra. Il numero esatto di posti di lavoro interessati verrà chiarito nell’ambito della procedura di consultazione con le parti sociali. Le FFS hanno stipulato un contratto collettivo di lavoro (CCL), che anche in questa circostanza si impegnano a rispettare scrupolosamente. Le FFS saranno in grado di fornire informazioni concrete nella primavera 2026", dichiarano le FFS nel comunicato.

"Preservata la dignità delle collaboratrici e dei collaboratori"

Il sindacato transfair "giudica in modo critico la riorganizzazione e la soppressione di posti di lavoro presso FFS Cargo – in qualità di partner sociale, il sindacato si è tuttavia impegnato fin dall'inizio a limitare il più possibile le conseguenze negative per i collaboratori e le collaboratrici. "Grazie all’impegno costante di transfair, a tutte le collaboratrici e a tutti i collaboratori sono state offerte soluzioni di reimpiego", sottolinea la presidente di transfair e Consigliera nazionale Greta Gysin. "La dignità dei dipendenti interessati è stata preservata". Anche le persone "che non sono formalmente protette dal CCL, ad esempio perché sono state assunte da FFS Cargo solo di recente, riceveranno un’offerta d’impiego alternativa. Questo risultato è il frutto di intense procedure di consultazione e discussioni che durano ormai da oltre un anno".

"Continueremo a vigilare"

Transfair si dice anche "consapevole del fatto che per molte delle persone interessate le soluzioni trovate comporteranno cambiamenti significativi, trasferimenti o adeguamenti professionali. Questo non sempre è facile". Continueremo a vigilare affinché FFS Cargo "si assuma le proprie responsabilità sociali", afferma Nadia Ghisolfi, responsabile della regione sud di transfair. "Difenderemo gli interessi del personale in tutta la Svizzera, tuteleremo l’occupazione in Ticino e oltre Cantone e continueremo a promuovere anche a livello politico una politica di trasferimento coerente e sostenibile verso la ferrovia".    

"Apprezziamo la determinazione e la fermezza del Governo"

Pronta anche la presa di posizione del comitato 'No allo smantellamento di FFS Cargo in Ticino', che "apprezza la determinazione e fermezza del Consiglio di Stato e la sua chiara contrarietà all’ennesima riorganizzazione di FFS Cargo che di fatto conferma le preoccupazioni segnalate nel corso degli scorsi mesi e meglio l’intenzione di FFS Cargo di ritirarsi dal Ticino". Comitato che inoltre fa suoi i tre punti richiesti dal Governo alle FFS.