
L’articolo del 28 aprile de La Domenica sul fondatore di Theter Giancarlo Devasini ha spinto il granconsigliere liberale Matteo Quadranti a inoltrare un’interrogazione al Consiglio di Stato. Il pezzo, come sottolinea il deputato nel suo atto parlamentare, “solleva infatti qualche dubbio sulla reale ed effettiva residenza di Devasini, prima in un trilocale modesto e ora in una palazzina signorile sul lungolago dove sembra, si legge, non essere reperibile in casa”.
Di chi si tratta
Devasini è attivo nel mondo delle criptovalute quale fondatore di Tether, il gruppo con il quale il Municipio di Lugano, la SUPSI e l’USI collaborano da anni per il progetto “Plan B” a Lugano. Nell’articolo si accenna anche al fatto che questo imprenditore “ha avuto in passato dei problemi d’ordine penale (conclusi con patteggiamento) e un fallimento in Italia”. Per tutti questi motivi, Quadranti ha deciso di interrogare il Consiglio di Stato.
Le domande
Viene quindi chiesto al Governo se l’autorità preposta fosse a conoscenza o meno di eventuali precedenti penali e/o fallimentari di Devasini e se tale autorità abbia effettuato dei controlli per verificare la sua effettiva presenza a Lugano “almeno per i giorni minimi previsti per legge”. In caso affermativo, “che tipo di controlli sono stati svolti e di quale intensità?” In caso negativo “per quale ragione? Si pensa di farne?”