
Il futuro del giornalismo è sempre più incerto. È quanto emerge dal comunicato diffuso oggi dall’Associazione Ticinese dei Giornalisti (ATG), riguardante l’assemblea annuale tenutasi sabato 14 maggio. Tra le cause il calo delle entrate pubblicitarie, pubblico giovane sempre più lontano dall’informazione classica, “condizioni di lavoro in costante calo e un contratto collettivo di lavoro che manca da ormai quasi 20 anni“. Inoltre anche la politica giocherebbe il suo ruolo, dato che “dimostra sempre più, perlomeno una parte di essa, una costante insofferenza nei confronti del nostro lavoro, la recente decisione del Parlamento che accorda maggiore potere ai giudici nel bloccare la pubblicazione di un’inchiesta è lì a dimostrarlo”.
“Il giornalismo è uno degli strumenti che permettono ad una società di confrontarsi e al dibattito pubblico di essere vivace e visibile.” si legge nel comunicato “Valori fondamentali per la vita democratica di un Paese. Se tutto questo viene costantemente fragilizzato le conseguenze sono dietro l’angolo: perdite dalla pluralità dell’informazione, calo della libertà di stampa – del resto segnalato da analisi svolte su scala internazionale - e meccanismi democratici che rischiano di incepparsi.”
Per questo l’ATG ha deciso di inoltrare al Gran Consiglio una risoluzione, dove lo si invita a “ad approvare la mozione del 17 febbraio 2020 presentata da Lorenzo Jelmini e cofirmatari “Sostegno ai media locali: per un’informazione a km 0” e a proporre, sull’esempio di altri cantoni svizzeri, un pacchetto di aiuti ai media cantonali. ATG sollecita altresì la deputazione ticinese alle camere ad appoggiare il nuovo pacchetto di aiuti federali specifico per i piccoli media, attualmente in gestazione.”
“Un invito alla politica ticinese a elaborare un pacchetto di aiuto in favore dei media e un’esortazione agli editori affinché nel nostro settore torni ad esserci un contratto collettivo di lavoro. Una grave lacuna che porta pregiudizio alle condizioni di lavoro e questo a lungo andare rischia di intaccare la qualità di quanto il giornalismo ticinese porta in pagina o in onda ogni giorno. Ne va anche del futuro della nostra professione, dei nostri posti di lavoro e in definitiva anche delle nostre testate!” conclude il comunicato.
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