Ticino
Il film delle Anziane per il clima arriva in Ticino: "Vogliamo piantare un seme che cresce"
Redazione
4 ore fa
Dalla sentenza storica della CEDU al film "Trop Chaud". Norma Bargetzi-Horisberger racconta nove anni di lotta e le sfide ancora aperte per il clima.

Il viaggio che ha portato, nell’aprile dell’anno scorso, alla sentenza storica della Corte Europea dei diritti dell’Uomo – che ha stabilito che la protezione contro gli effetti potenzialmente letali del cambiamento climatico è un diritto umano – è iniziato nove anni fa. Ora la lotta delle “Anziane per il clima” è al centro di un film presentato martedì sera in anteprima a Mendrisio. Ne parliamo con Norma Bargetzi-Horisberger, protagonista del film (insieme a Bruna Molinari) e attivista del movimento.

Il film "Trop Chaud" di Benjamin Weiss racconta la vostra battaglia fino alla sentenza della CEDU. Ci vuole raccontare questi anni?

“L’associazione si è costituita nel 2016 con circa 120 donne anziane, ma si era già iniziato a lavorare nel 2015. Dopo la fondazione abbiamo intrapreso diversi passi giuridici: eravamo convinte di voler esercitare pressione sul Parlamento e sulle istituzioni affinché gli Accordi di Parigi venissero rispettati. Ci rendevamo conto che, a livello politico, si muoveva poco. Abbiamo quindi scelto, sull’esempio di altri Paesi, la via legale. Per poter far causa allo Stato era necessario avere lo statuto di vittima, e si è visto che proprio le donne anziane erano le più colpite dalle ondate di calore estive, con una mortalità più elevata. L’associazione rappresenta dunque donne in età di pensionamento: oggi abbiamo un’età media di 76 anni, siamo più di 3300 socie e oltre 1800 sostenitori. È stato un lunghissimo percorso. Abbiamo attraversato tutte le istanze giudiziarie, che non ci hanno dato ascolto. Ma noi, perseveranti, abbiamo deciso di andare avanti fino a Strasburgo”.

La sentenza della CEDU è storica, ma secondo voi è cambiato poco o nulla…

“Purtroppo no. A livello parlamentare c’è stata molta resistenza. La sentenza è stata vista più come un'imposizione invece di un'opportunità per affrontare questioni urgenti. E questa lotta continua. C’è poi il Consiglio dei Ministri del Consiglio europeo, che ha una funzione di supervisione e mantiene aperto il dialogo per verificare che la sentenza venga effettivamente implementata. Ma non vogliamo limitarci alla Svizzera: abbiamo avuto un’eco globale. È stata una sentenza storica, come un’onda che ha toccato non solo i 46 Paesi della CEDU, ma ha generato reazioni in tutto il mondo. Credo che questo sia un elemento fondamentale”.

Esiste anche una crescente sensibilità da parte della popolazione, che viene raccontata nel film. Mendrisio ha ospitato la prima delle tre anteprime ticinesi (le altre mercoledì al Lux di Massagno e giovedì al Cinema Rialto di Locarno). Com’è andato l’incontro con la popolazione?

“L’incontro a Mendrisio è stato molto soddisfacente: buona partecipazione, sia alla proiezione sia al dibattito che proponiamo dopo il film. Eravamo presenti il regista, una mia collega e io per rispondere alle domande del pubblico: è stato un successo. Il film era già stato presentato al Festival del film dei diritti umani, con una grande presenza di studenti. Alcuni stanno già sviluppando progetti ispirati alla nostra storia, e questo mi ha fatto molto piacere. Sono stata invitata anche da un gruppo di studenti che vuole lavorare su questo tema. Credo sia proprio questo lo scopo del film: piantare un seme che cresce, e alimentare dialogo e comunicazione a livello intergenerazionale”.

Quali sono le sfide più pressanti che vi attendono adesso?

“La prima è che la Svizzera implementi la sentenza. Ci sono opposizioni e noi monitoriamo la situazione assieme ad altre 30 organizzazioni non governative. Come “Anziane per il clima” pensavamo di poter andare in pensione dopo la sentenza… invece no: continuiamo a seguire. Si stanno creando gruppi regionali di donne che vogliono essere attive nella discussione sul clima. Nella Svizzera italiana ci troveremo il 12 dicembre – a dieci anni dagli Accordi di Parigi – per ricordare alla popolazione che quegli accordi sono vincolanti. La Svizzera li ha ratificati e deve rispettarli. Organizzeremo un flash mob in Piazza Governo alle 12:12”.