
Nicholas Marioli è pronto a mettersi personalmente a disposizione, gratis, per insegnare il dialetto nelle scuole di Lugano.
Il consigliere comunale leghista lo annuncia in un comunicato odierno, con il quale vuole alle perplessità emerse da più parti sulla mozione da lui presentata in ottobre al Municipio di Lugano (firmata pure dai colleghi di partito Daniele Casalini, Ero Medolago, Omar Wicht, Marco Seitz e Norman Luraschi) per chiedere l'introduzione di corsi facoltativi di dialetto ticinese nelle scuole elementari della Città (vedi articolo suggerito).
"Su questa iniziativa se ne sono sentite di tutti i colori, ordunque mi sembra doveroso chiarire quali sono le motivazioni che ci hanno spinto a lanciare questa proposta" scrive Marioli.
"La nostra preoccupazione principale è la crisi del dialetto ticinese e il suo proseguimento per il futuro" prosegue il leghista. "È a tutti gli effetti un dato di fatto che in particolare tra le nuove generazioni è sempre meno parlato."
"Non siamo gli unici a pensarlo, difatti diversi movimenti popolari stanno lottando affinché il dialetto venga rivalorizzato" scrive Marioli. "Pensiamo ad esempio alla petizione per far rientrare nei palinsesti della RSI le commedie dialettali."
"Inoltre vogliamo anche finalmente superare i luoghi comuni che tendono a ritenere il dialetto un'espressione di una volgarità popolare, pensiero totalmente deleterio che ha compromesso negli anni sessanta e settanta, credendo che non fosse un linguaggio “chic”, la mancata divulgazione di questa lingua" continua Marioli. "Bisogna evitare un'emarginazione e per fare questo è necessario instaurare dei buoni rapporti con tutte le componenti locali del nostro Cantone e della nostra Città: dall'ambiente bancario all'ambiente contadino, dai giovani ai “noss vècc”."
"Molti politici si fanno spesso fautori delle difese delle culture e dello scambio culturale, spesso però il dialetto non viene considerato" prosegue Marioli. "Questa mozione vuol proprio dare una prima risposta in questo senso e lanciare il discorso sui banchi del parlamento cittadino."
"In senso pratico noi vogliamo favorire principalmente la conversazione di dialetto, in modo tale che i giovani comincino perlomeno passivamente a comprenderlo, prendendo di riferimento il dialetto locale di quartiere. La grande Lugano è molto vasta e tutti ben sanno che il dialetto della Valcolla non è identico, ad esempio, a quello di Pazzallo. Questi ad ogni modo sono i classici “problemi grassi”, sollevati principalmente da coloro che vogliono affondare a priori la nostra proposta concreta" scrive ancora il leghista.
In conclusione Marioli si rivolge ai "maligni" che sostengono che la sua iniziativa comporterebbe un aumento dei costi della scuola. "Questa iniziativa non vuole assolutamente gravare sui conti cittadini già in difficoltà" scrive Marioli. "Come? Semplice, offrendo corsi dopo scuola gestiti unicamente da volontari. Noi firmatari siamo a disposizione e credo che non siamo gli unici ad aver a cuore le nostre tradizioni. Invito coloro che ritengono che il dialetto non sia una lingua, di chiedere un parere agli Svizzero Tedeschi sul loro amato Schwiizerdütsch… la risposta di sicuro non sarà sulla vostra lunghezza d’onda. Tanto dovevo!"
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