
È di oggi la conferma che il Decreto d'accusa a carico dello stilista Philipp Plein, emanato dal procuratore pubblico Daniele Galliano per violazione alla Legge sul Lavoro, è cresciuto in giudicato. Si tratta di una sentenza “che ha preso avvio anche grazie a segnalazioni che il nostro Sindacato ha raccolto da diverse lavoratrici e lavoratori, e che ha poi rivolto all’ispettorato del lavoro. Quest’ultimo nel corso dei mesi ha poi effettuato i dovuti accertamenti confermando le infrazioni”, scrive l’Ocst in un comunicato.
L’inchiesta era scattata a seguito di una denuncia presentata due anni fa dall’Ispettorato del lavoro, che segnalava continue violazioni dei turni di lavoro dei dipendenti. Nel 2018 gli ispettori del lavoro si erano recati per un sopralluogo negli uffici di Plein venendo però respinti. Ora emerge che l'azienda di moda avrebbe “ripetutamente violato” la legge sul lavoro tra il 2016 e il 2019. Allo stilista tedesco è stata quindi inflitta una pena pecuniaria sospesa.
Questo verdetto “è importante perché mette in luce un basilare principio di equità, valido anche nel nostro Paese e nell’ambito del diritto del lavoro, per cui è sempre vero che “chi sbaglia paga”. Questo giusto equilibrio è una tutela per lavoratrici e lavoratori, ma lo è anche per gli imprenditori seri che vogliono operare nel nostro territorio”, si legge ancora. “Ci auguriamo che questa sentenza sia un monito che serva sia a scongiurare che infrazioni analoghe continuino ad essere compiute, sia a confortare tutti coloro che subiscono abusi vedendo nella denuncia una soluzione oggettiva”. Come sindacato “siamo inoltre certi che questo decreto ancora una volta dimostri l'importanza dei contratti collettivi di lavoro che permettono migliori trattamenti a monte e un maggior controllo a valle e che si fanno in ogni caso garanti di un più efficiente funzionamento del mercato del lavoro”.
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