Ticino
“Il Covid colpisce anche chi non si ammala”
Redazione
4 anni fa
La pandemia viene vissuta in maniera molto diversa dalla popolazione. Ma una cosa è certa, questo virus non fa ammalare solo direttamente, ma anche indirettamente. Lo psicologo Lorenzo Pezzoli: “Bisogna trovare un equilibrio, diamo spazio a ciò che ci dà benessere”

Non ci sono più dubbi: siamo nel pieno della seconda ondata. Lo dicono da giorni le autorità mediche e politiche, e lo confermano purtroppo quotidianamente i numeri. Così nell’aria, se non già sul campo, ci sono nuove misure di contenimento e quindi nuove imposizioni e, nei casi più gravi, nuove restrizioni alle libertà personali. Ed è proprio questo che rende ancora più pesante la pandemia, a livello psicologico: “Il Coronavirus colpisce anche chi non si ammala”, ha spiegato ai microfoni di Radio3i lo psicologo, docente alla SUPSI e membro della task force cantonale Covid 19, Lorenzo Pezzoli.

Il Covid colpisce anche indirettamente
“La malattia non colpisce soltanto quando contagia direttamente ma ha un impatto nel vissuto delle persone anche laddove non ci si ammala di coronavirus”, sottolinea. “È importante riconoscere a questo evento una dimensione critica a livello psicologico non soltanto quando si entra in effettivo contatto con la situazione clinica”, aggiunge.

Dimensione relazionale colpita
Il Covid-19 è una malattia che entra in criticità perché colpisce la dimensione relazionale. “Le pandemie hanno un effetto pesante dal punto di vista del vissuto anche di chi non si ammala perché vanno ad attaccare la modalità, la quantità e la qualità dei rapporti con gli altri e con le persone più care”, spiega Pezzoli.

I due veicoli di maggiore stress in questa situazione, secondo lo psicologo, sono la malattia come evento reale e la gestione della pandemia. “La gestione della malattia vuol dire che per gestire la pandemia c’è bisogno di mettere in atto regole importanti anche dal punto di vista psicologico”.

Dare un senso a ciò che si vive
Il confinamento, i tanti casi, i decessi, le limitazioni sono tutti fattori che incutono paura. “Potremmo parlare di ‘tenuta psicologica’ come una dimensione sensibile alle tre dimensioni”, dice Pezzoli. Sono infatti fondamentali le caratteristiche individuali cioè il percorso soggettivo, ovvero come noi arriviamo a questo periodo, le condizioni quadro, cioè quali risorse ha una persona e poi la percezione di prospettiva, cioè come il soggetto è in grado di proiettarsi, cosa sente sotto controllo e cosa no e, soprattutto, che senso riesce a dare a questa esperienza. “Le cose senza senso si vivono con molta più angoscia”, sottolinea.

“Coltivare un sano realismo”
C’è chi si richiude in sé stessi e invece chi tende a rifiutare l’evidenza dei fatti. Il meccanismo che c’è dietro a questi due tipi di comportamenti è importante da conoscere. “Sono i due estremi di potenziale reazione a una situazione critica, da un lato è un’iperattivazione e una esagerazione nella gestione della situazione critica, e dall’altro estremo dal quale bisogna vigilare c’è la negazione, il principio per cui io gestisco la mia angoscia dicendo che non sta succedendo nulla”, spiega. Tra questi due estremi è necessario coltivare un sano realismo e un sano ottimismo e non vuol dire negare i problemi e né iperenfatizzarli ma rimanere ancorati a quello che è la realtà. “È chiaro che chi arriva da un periodo di sottovalutazione si trova adesso a vivere una doccia fredda, mentre chi è rimasto in tensione fino nella condizione vive un impatto totalmente diverso”, asserisce Pezzoli.

Equilibrio tra le variabili
Le possibilità sono dunque diverse. “La cosa importante – spiega il professore – è ricordarsi che le autorità si stanno muovendo con grande attenzione per tenere in considerazione tutte queste variabili dando delle linee di condotta che dovrebbero aiutarci a non cedere da una parte della negazione e dall’altra parte dell’isolamento personale, è importante riuscire a mentre l’equilibrio”.

Dare spazio a ciò che ci fa bene
Per quanto riguarda, invece, i consigli su come affrontare questo periodo difficile che ci accomuna tutti, Lorenzo Pezzoli conclude: “Io credo che i consigli possano essere tanti ma in questa fase io ne identifico tre. Fare ciò che ci proteggere dandogli un senso, dare spazio a ciò che dà benessere ed esporsi in modo mirato sia nei contenuti che nei tempi all’informazione sul Covid”.

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