
Nella seduta del 17 maggio, il Consiglio di Stato ha approvato due messaggi relativi alla protezione dei diritti della personalità e della sfera privata. Si tratta dei progetti di revisione totale della legge cantonale sulla protezione dei dati personali e della nuova legge cantonale sulla videosorveglianza pubblica. La palla passa ora al Parlamento.
Revisione della legge sulla protezione dei dati personali
Il diritto nazionale e cantonale della protezione dei dati deve essere “adeguato e modernizzato”, si legge in un comunicato. Il Governo intende quindi estendere gli obblighi dei titolari delle elaborazioni di dati e rafforzare i diritti delle persone interessate e i poteri d’intervento e di controllo dell’autorità di protezione dei dati. Lo scopo ultimo consiste nella definizione di un quadro giuridico e istituzionale “più solido a tutela dei diritti della personalità e della sfera privata in relazione all’elaborazione di informazioni personali”.
Cosa cambierebbe
La nuova legge cantonale estenderà gli obblighi per i titolari di elaborazioni di dati personali, quali l’obbligo dell’informazione qualificata nei confronti della persona interessata in occasione della raccolta di informazioni personali, quello della prova della protezione dei dati, la valutazione d’impatto sulla protezione dei dati e l’obbligo dell’auto-segnalazione in caso di incidente che implica un grave rischio per la sicurezza delle informazioni. Il progetto legislativo, in definitiva, precisa le condizioni e le modalità d’esercizio dei diritti delle persone interessate. È previsto poi un rafforzamento delle competenze decisionali e del modo d’intervento dell’Incaricato cantonale della protezione dei dati, che potrà decidere, a determinate condizioni, di far applicare tutta o parte di una sua raccomandazione, oppure potrà emettere direttamente una decisione, in sostituzione della raccomandazione.
Nuova legge sulla videosorveglianza pubblica
Secondo il Consiglio di Stato, l’adozione di una legge cantonale sulla videosorveglianza risponde a un’esigenza manifestata da più parti, in particolare dai Comuni, e permetterà di disporre “di un quadro giuridico di riferimento nel quale definizioni, strumenti, modalità, regole e principi della videosorveglianza pubblica saranno stabiliti in modo uniforme, garantendo nel contempo un’ampia autonomia residua ai Comuni e agli altri enti”.
Gli obiettivi
La nuova legge cantonale fisserà in particolare i principi e i limiti della videosorveglianza pubblica, quali le modalità di sorveglianza ammissibili, la trasparenza (ossia l’obbligo da parte del titolare di informare sulla presenza di strumenti di videosorveglianza) e la sicurezza nella gestione dei dati. Essa stabilirà inoltre l’obbligo del titolare di disciplinare concretamente la videosorveglianza nel diritto materiale d’esecuzione (scopo, tipo di strumento impiegato, luoghi, durata della conservazione e diritti di accesso ai dati).
Cosa non cambierebbe
Per contro, rimangono di esclusivo appannaggio del diritto di polizia le applicazioni e le attività di sorveglianza e controllo pubblico come il riconoscimento facciale e di movimento, le videocamere portatili, la lettura di targhe di veicoli e la videosorveglianza a sostegno operativo della polizia. È esclusa dal campo di applicazione della nuova legge anche la videosorveglianza eseguita a protezione della salute o della sicurezza personale di individui in condizioni particolari, quali ad esempio pazienti in strutture sanitarie, degenti in case di riposo e detenuti in strutture carcerarie.