Ticino
“Il cameriere con la mascherina non piace”
Redazione
4 anni fa
Massimo Suter, Presidente di Gastroticino, si dice contrario all’introduzione di un obbligo della mascherina per locali pubblici e supermercati, ma non esiterebbe ad applicare le direttive qualora questo venisse applicato

Il dibattito sulle mascherine e sugli strumenti di protezione si complica: ieri l’ufficio medico cantonale grigionese si è espresso contro l’utilizzo delle visiere in plastica, in particolare nella ristorazione, in quanto infonderebbero un falso senso di sicurezza. Teleticino, al TG Estate, ha intervistato il Presidente di Gastroticino Massimo Suter per sapere il suo punto di vista sulla questione e, più in generale, su un possibile obbligo delle mascherine nei locali pubblici, possibilità ventilata ieri anche dal Presidente del Consiglio di Stato Norman Gobbi.

Visto l’appello del medico cantonale grigionese, avete dato nuove indicazioni riguardo alle visiere?

“Non ancora visto che al momento si tratta di un consiglio, non ancora di una regola. Inoltre, secondo me è tutto da dimostrare che queste visiere di plastica non siano efficaci. Nel Canton Ticino rimane fortemente raccomandato l’utilizzo delle mascherine laddove non si può garantire la distanza sociale quindi al momento stiamo ancora in stand-by. Se dovessero arrivare nuove indicazioni che vietano la visiera di plastica o la sconsigliano fortemente ci muoveremmo in quella direzione”.

Diversi radioascoltatori ci segnalano che diversi locali hanno abbandonato l’uso di mascherine per il personale. Lei non crede invece sia importante promuoverne l’uso, anche per scongiurare un secondo confinamento?
“La ristorazione è solo uno dei luoghi d’incontro della società. Perché solamente questo settore dovrebbe usare la mascherina mentre in altre situazioni, come a fare la spesa, questa non è richiesta? Io credo che i ristoratori e i camerieri siano abbastanza formati ed intelligenti da capire se c’è effettivamente un pericolo di contagio. Inoltre, va fatto notare che la maggior parte della clientela non ama essere servita da persone con la mascherina. Quindi credo che bisogna applicare un po’ di buon senso e cercare di evitare il contatto prolungato tra le persone cercando comunque di evitare, dal mio punto di vista, l’utilizzo della mascherina”.

Di evitarne l’utilizzo?
“Sì, si è sempre detto che la mascherina va utilizzata dove non si può garantire la distanza sociale, ovvero laddove ci si parla per oltre un quarto d’ora. Nel rapporto tra cameriere e cliente questa distanza sociale è comunque garantita e il contatto non perdura per più di 2-3 minuti, quindi non credo ci sia un forte pericolo di contagio”.

Come si comporta lei nel suo locale, i dipendenti la indossano?
“I dipendenti non la indossano anche perché noi lavoriamo molto all’aria aperta e lì la presenza della mascherina non è obbligatoria. I miei clienti ogni tanto chiedono se il cameriere può mettersi la mascherina e in quel caso eseguiamo prontamente, per cui si trovano subito in totale sicurezza”.

Nelle cucine invece gli chef la indossano?
“Sì, perché in cucina la distanza sociale non è garantita e il contatto tra chef è prolungato e va oltre quei 10-12 minuti. È per questo che la si mette”

Quindi lei sarebbe contrario all’introduzione dell’obbligo della mascherina durante il servizio?
“Non spetta a me giudicare se sia giusto o meno. Chiaramente se il medico cantonale o chi per lui giudicasse che la mascherina va messa per tutelare la salute di dipendenti e impiegati noi saremo i primi a mettere in atto questa regola. Ma finché non è comprovato un pericolo imminente proveniente dalla ristorazione allora restiamo al ‘fortemente consigliato’ come nel nuovo piano di protezione emanato alcune settimane fa dal Governo ticinese”.

Al di là della ristorazione lei, come Massimo Suter, sarebbe d’accordo di introdurre l’uso della mascherina negli spazi chiusi, come i supermercati?
“Al momento attuale no, perché comunque le cifre epidemiologiche sembrano dare ragione a chi non ritiene necessario l’utilizzo della mascherina. Chiaramente non posso giudicare io, questa è una mia percezione totalmente personale e non ha nulla a che vedere con la categoria che rappresento. Io personalmente non sono sostenitore dell’utilizzo della mascherina”.

Diversi ascoltatori domandano se non temete che i droplet, le cosiddette “goccioline” con il virus possano cadere nei piatti o nelle pietanze. In questo senso non temete che il virus si possa diffondere in questo modo?
“Che io sappia non è comprovata una trasmissione del virus tramite il cibo. Le goccioline cadono anche quando facciamo la spesa, quando azioniamo il carrello della spesa e negli assembramenti di più di 30 persone. Quindi io credo che non bisogna creare isterismo per questo virus, bisogna rispettarlo e applicare precauzioni ma non credo sia necessario al momento un obbligo totale della mascherina. A livello turistico a Ibiza hanno introdotto l’utilizzo della mascherina e c’è stato un forte calo della presenza dei turisti. Bisogna valutare bene se la situazione sanitaria esige o impone l’uso della mascherina, però ripeto: qualora ci fosse questa necessità noi saremmo i primi ad accettare l’obbligo e ad applicarlo anche ai nostri associati”.

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