Ticino
Il boato dei caccia militari scuote il Sottoceneri, "È raro, ma tutto nella norma"
© VBS/DDPS - Peter Lewis
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Redazione
2 giorni fa
Il direttore di Lugano Airport sugli F/A 18 che questa mattina hanno sorvolato i cieli del Sottoceneri: "Solitamente si fermano tra Bellinzona e Locarno, ma oggi volevano esercitarsi in uno spazio aereo complesso".

"Ma cosa sta succedendo nei cieli sopra Lugano?". E ancora: "Anche a Chiasso si è sentito il rumore". Sono due dei messaggi che questa mattina sono arrivati in redazione in merito a degli aerei da caccia che hanno sorvolato i cieli del Sottoceneri. Ma cosa è successo esattamente? "Dal punto di vista aeronautico si è trattata di un'azione relativamente normale anche a sud delle Alpi, inerente le esercitazioni che le forze aeree svolgono in Svizzera e che ogni tanto tocca anche il Ticino", ci spiega Davide Pedrioli, direttore di Lugano Airport. 

"Il Sottoceneri è uno spazio aereo complicato"

Un'esercitazione quindi, che a volte raggiunge anche il Ticino. La differenza, però, sta nella regione toccata questa mattina. "Di regola non passano a sud del Monte Ceneri, perché si tratta di uno spazio aereo relativamente complicato e stretto, oltre che basso. Per questo, solitamente, si fermano nella zona di Bellinzona e Locarno, ma oggi hanno raggiunto la valle del Vedeggio e il Mendrisiotto". Lettori e radioascoltatori ci hanno segnalato che dei velivoli volavano a bassa quota, ma "hanno rispettato le regole e sono sempre stati ad almeno 300-400 metri da terra", assicura l'esperto. Mentre per quanto riguarda il frastuono causato dal loro passaggio, "questo è vero e bisogna pensare che volano utilizzando i motori a un regime tale da avere delle basse emissioni foniche". Ma il loro obiettivo "è di esercitarsi in un'area geografica complessa, quindi l'ultima cosa che vogliono fare è il rumore, anche perché si tratta di una regola di ingaggio che hanno".

"Ordinaria amministrazione"

Per quanto riguarda lo scalo di Agno, il loro passaggio fa parte dell'ordinaria amministrazione. "Si sono comportati come tutti, annunciando il loro arrivo e coordinandosi con le altre attività di volo presenti in quel momento", aggiunge Pedrioli, aggiungendo che quello di Lugano "è uno spazio aereo che per buona parte tocca anche l'Italia e quindi è controllato e più sicuro".