Ticino
Il "banchiere" di Vacallo resta in carcere
Redazione
10 anni fa
La Procura svizzera vuole vederci chiaro. Marco Rizza, sindaco di Vacallo: "Nessun sospetto su di lui"

È stato confermato dal giudice dei provvedimenti coercitivi l'arresto di Franco Longo, il 60enne residente in via Bellinzona a Vacallo, finito in manette giovedì scorso perché sospettato di aver ricoperto un ruolo centrale all'interno di un'organizzazione criminale attiva a Milano in qualità di "banchiere".

La Procura svizzera vuole infatti vederci chiaro, tanto che è stato aperto un procedimento penale per sospetta organizzazione criminale e riciclaggio di denaro. L'inchiesta è ancora in corso.

L'operazione, ricordiamo, è scattata un giorno dopo quella effettuata sul fronte italiano. Il 16 dicembre la Direzione distrettuale antimafia della Procura di Milano ha arrestato 59 'ndranghetisti sospetti, mentre il 17 dicembre nel Mendrisiotto è entrato in azione il Ministero pubblico della Confederazione, coadiuvato dalla Polizia giudiziaria federale. Operazione che, ha confermato la portavoce del Ministero pubblico Jeanette Balmer a La Regione, ha portato a perquisizioni, interrogatori e l'arresto del 60enne. 

Nel frattempo si apprende che, riporta La Regione, Longo figura come socio di un'impresa edile fondata a febbraio e nella quale è presente pure un ex municipale di Chiasso. Si tratta di una società a garanzia limitata iscritta a Registro di commercio. Residente ormai da un paio d'anni in Ticino, Longo era in possesso di un permesso B e risulta essere il proprietario di un'abitazione al numero 11 di via Bellinzona a Vacallo e di un altro immobile, pare, a Chiasso. La sua era una vita apparentemente normale. Fino al suo arresto di giovedì. 

"Se avessimo avuto dei sospetti su di lui, lo avremmo segnalato" ha raccontato al giornale sopracenerino il sindaco di Vacallo Marco Rizza, che si dice preoccupato e stupito della vicenda. Una situazione, questa, che porta a una "presa di consapevolezza che oggi, dovunque, possono esserci casi dove una persona può prendere dimora e avviare un'attività senza nessuno problema" sottolinea Rizza. E aggiunge: "Quando si è presentato al controllo abitanti, ci ha riferito di lavorare in una società di Chiaso". Ma non c'era nessun sospetto della sua appartenenza alla 'ndrangheta, ribadisce il sindaco, che rimanda la patata bollente all'autorità cantonale.   

 "Nell'ambito dei Bilaterali per un cittadino italiano non c'è l'obbligo di presentare un estratto del casellario giudiziale" sottolinea dal canto suo Attilio Cometta, capo della Sezione della popolazione. Controlli pìù severi però sono stati effettuati nel corso degli ultimi mesi. "Da tempo effettuiamo delle verifiche nei confronti di chi chiede un permesso di dimora, consultando diverse banche dati per accertare se sussistono precedenti penali. Nel 2011 non facevamo ancora questi controlli, quando questa persona ha presentato la domanda".

Ora, come detto, la situazione è diversa. Il Ticino è l'unico Cantone che effettua questi nuovi controlli: "Sono misure che il Dipartimento istituzioni ritiene giustamente necessarie e indispensabili effettuare". 

Al momento, conferma ancora Cometta al giornale, sono in corso accertamenti nei confronti di Longo, così come sull'elenco della sessantina di nominativi finiti, oltreconfine, nell'operazione. Tra questi vi è anche un secondo personaggio che risulta risiedere allo stesso indirizzo del "banchiere" a Vacallo. 

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