
Si chiama "Refugee Inclusion Project" il programma lanciato dalla catena svedese Ikea per contribuire all'inserimento dei rifugiati nel mondo del lavoro in Svizzera.
A parlarne è oggi il Giornale del Popolo, sottolineando che Ikea, nei suoi nove punti vendita in Svizzera, impiega già oggi personale di ben 90 nazionalità diverse.
Nell'estate 2015, quando l'emergenza rifugiati aveva raggiunto uno dei suoi picchi, Ikea ha iniziato a pensare a cosa poteva fare per contribuire all'integrazione dei nuovi arrivati.
E così, dopo aver incontrato le autorità del Canton Argovia e la Croce Rossa Svizzear per chiedere consigli, la catena svedese ha lanciato l'iniziativa "Refugee Inclusion Project", come spiega al GdP il PR manager Alexander Gligorijevic.
Il progetto prevede l'assunzione di due rifugiati in ognuno dei nove negozi svizzeri, per un periodo di sei mesi, e viene ripetuto due volte all'anno. Dopo una fase sperimentale nella sede di Spreitenbach, da giugno il programma è stato esteso anche all'unico negozio di Ikea in Ticino, quello di Grancia.
Per ora, spiega il PR, è ancora troppo presto per fare delle valutazioni sull'andamento del progetto. Ma stando ai feedback di dipendenti e rifugiati coinvolti, sembrerebbe che i riscontri siano molto positivi.
L'obiettivo è quello di aiutare i rifugiati a conoscere più da vicino la nostra cultura, le nostre abitudini professionali e quindi integrarsi nel mercato del lavoro. Oltre alla pratica professionale, Ikea organizza infatti per loro pure dei corsi, mentre i dipendenti IKea vengono formati sul tema "Culture diverse sul posto di lavoro."
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