Ticino
Identikit delle persone ospedalizzate in Ticino
Lara Sargenti
4 anni fa
Mattia Lepori, vice capo area medica dell’EOC, spiega la tipologia dei pazienti ricoverati per il Covid alla luce della ripresa dei contagi anche nel nostro Cantone

I contagi hanno ripreso la loro inesorabile crescita anche in Ticino. Durante il fine settimana appena trascorso sono 255 le infezioni segnalate all’Ufficio del medico cantonale. Anche i ricoveri ospedalieri aumentano, con 10 nuovi ingressi in ospedale, per un totale di 40 pazienti. Diminuisce invece leggermente il numero di persone ricoverate nelle cure intense (6 pazienti in reparto al posto di 7 rispetto a venerdì). Ma chi sono le persone ospedalizzate per Covid? I colleghi di Ticinonews hanno cercato di tracciare un identikit con Mattia Lepori, vicecapo area medica dell’Ente ospedaliero cantonale. Ente che nelle sue strutture ospita 34 dei 40 ospedalizzate in Ticino.

Le tipologie di pazienti
Ci sono due tipologie pazienti divise in misura praticamente equa, spiega Lepori. “Da un lato abbiamo persone anziane vaccinate a inizio anno, ricoverate a causa del calo della copertura vaccinale e che si trovano nei reparti di degenza. Dall’altra abbiamo persone più giovani (al di sotto dei 65 anni), non vaccinate, tra cui figurano anche le 4 degenti in terapia intensiva”.

Cala la protezione del vaccino
Tra gli ospedalizzati ci sono anche giovanissimi, sotto i 30 anni, tutti non vaccinati. Una tendenza che si riscontra anche a livello nazionale. Nella popolazione che ha meno di 50 anni, quasi la totalità dei pazienti ricoverati non è vaccinata. Diverso invece il discorso sui pazienti anziani per cui, secondo Lepori, è necessario intervenire. “Le persone che hanno ricevuto il vaccino oltre 9 mesi fa presentano un calo della protezione del vaccino, da qui la necessità di procedere celermente con quella che mi sembra essere una delle priorità assolute, ovvero la somministrazione della dose di richiamo a questa fascia di popolazione”.

Cosa non ha funzionato con il certificato Covid
Vista la ripresa dei contagi, Lepori esprime anche, a titolo personale, qualche criticità relativa all’uso del certificato Covid e allo stesso tempo all’abbandono di misure di protezione. “Sono rimasto molto sorpreso del fatto che l’accesso a determinate manifestazioni o attività fosse automaticamente accompagnato dall’abbandono del porto della mascherina. Ritengo che tante di queste manifestazioni avrebbero potuto svolgersi altrettanto bene con le misure di protezione e questo avrebbe accresciuto sicuramente il grado di protezione. Penso che questa modalità di applicazione abbia dato messaggi sbagliati alla popolazione: mescolarsi unicamente tra persone testate e vaccinate non è assolutamente sicuro”.

Un dispositivo vicino al paziente
Visto l’andamento epidemiologico, proprio oggi l’EOC ha introdotto l’obbligo di test per tutti i pazienti, vaccinati e non. Al momento però la strategia logistica non cambia. “Abbiamo optato dall’inizio di quest’estate per una strategia di decentralizzazione della presa a carico dei pazienti. Questo per permettere a ognuno di ricevere le cure di prossimità, e dall’altra per non procedere a trasferimenti molto onerosi per il nostro personale. Intendiamo procedere su questa strada fino a quando le cifre ce lo permetteranno. Speriamo di non dover rivedere ancora una volta la nostra strategia. La nostra intenzione è di poter passare l’inverno prendendo a carico i pazienti nell’ospedale della regione dove abitano”.

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