Ticino
I vescovi di Lugano e Como si incontrano
I vescovi di Lugano e Como si incontrano
I vescovi di Lugano e Como si incontrano
Redazione
7 anni fa
L'obiettivo è di intensificare la collaborazione tra le due diocesi e le attività di Caritas in materia di migrazione

Si è svolto oggi un incontro tra i vescovi monsignor Valerio Lazzeri ed il vescovo di Como monsignor Oscar Cantoni, presso la sede della Caritas della diocesi di Como. Presenti anche i direttori di Caritas Ticino Marco Fantoni e di Caritas Como Roberto Bernasconi, così come i responsabili dei diversi settori di attività di Caritas Como, don Giusto della Valle e il vice-direttore dell’associazione ticinese, Stefano Frisoli.

"È stato un momento caratterizzato da sincero clima di amicizia e desiderio di confronto, fortemente voluto dai due Vescovi, in un’ottica di reciproca e concreta collaborazione fra Chiese sorelle e confinanti, per guardare e leggere insieme, andando oltre l’orizzonte della frontiera, la grande sfida delle povertà contemporanee: in particolare le migrazioni e le fragilità dei nuclei familiari (dall’assenza di lavoro al rischio indebitamento per affrontare le spese quotidiane)" si legge nella nota inviata dalla Diocesi di Lugano.

La mattinata di lavoro si è protratta fino a inizio pomeriggio e ha permesso di conoscere i settori e le modalità di azione delle due Caritas che, "pur differenziandosi nell’impostazione statutaria e nel contesto nazionale di riferimento, hanno come cardine «il Vangelo che si incarna nell’attenzione alla persona e alla sua dignità», questo il pensiero unanime dei due Vescovi".

Oltre alla conoscenza dei servizi messi in campo dalle due Caritas, sono state avanzate anche delle proposte concrete. A partire dall’avvio di un tavolo di lavoro fra le due Caritas che, periodicamente, possano incontrarsi per valutare forme di collaborazione. I direttori si incontreranno già nel prossimo mese di aprile per avviare un percorso di pensiero comune.

Particolarmente sentito l’aspetto dell’emergenza migratoria. Dopo l’esperienza dell’estate 2016 (con il campo improvvisato presso il prato antistante la stazione ferroviaria di Como, dove sono state accampate, in tende di fortuna, fino a 800 persone che tentavano il passaggio della frontiera verso nord), molti volontari svizzeri stanno continuando con attività a sostegno dei servizi di accoglienza allestiti presso alcune realtà parrocchiali di Como. Da qui l’importanza di mettere in rete queste forme di collaborazione, per valorizzare il contributo di ciascuno. Altro aspetto oggetto di cooperazione: l’ambito formativo, soprattutto dei più giovani.

Parte integrante dell’incontro odierno è stata anche la visita ad alcuni dei servizi di Caritas Como: gli spazi di “Emergenza freddo”, i tendoni per i migranti in transito (entrambi presso il Centro pastorale Cardinal Ferrari), il Centro di Ascolto “Porta Aperta” (in centro città) e una delle mense diurne.

Infine si è tenuta la concelebrazione della Santa Messa in Cattedrale. L’eucaristia delle ore 13.15 del tempo di Quaresima, come sollecitato da papa Francesco, aveva una particolare intenzione di preghiera: chiedere la pace per l’Africa, specie nella Repubblica Democratica del Congo e in Sud Sudan. Monsignor Lazzeri e monsignor Cantoni hanno presieduto la Messa al termine della quale Matteo Perotti, missionario laico della diocesi di Como, ha portato la sua testimonianza come operatore legato proprio alla Caritas diocesana.

"Abbiamo accolto con gioia il Vescovo Valerio e il suo staff" ha commentato monsignor Cantoni al termine della visita. "È stato un momento stimolante che ci ha permesso di tornare alle sorgenti del nostro impegno di carità. Per il futuro l’intenzione è quella di tentare di sintonizzarci su alcuni problemi comuni e realizzare insieme qualche progetto per quanto riguarda priorità che possono essere importanti per entrambi"

"La carità" ha dal canto suo sottolineato Lazzeri, "non ha confini e le nostre due diocesi, con la frontiera che passa nel mezzo dei loro territori, desiderano testimoniare il dono della carità sconfinata. Per quanto riguarda alcuni problemi, come ad esempio la sfida migratoria, tenendo conto del quadro specifico dell’organizzazione statale svizzera non abbiamo moltissimi margini di manovra. Consapevoli del grande impegno a cui è chiamata la Chiesa di Como sentiamo il dovere di metterci a disposizione per fare qualcosa insieme".

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