
Il problema del precario equilibrio tra costi e ricavi, la crescente difficoltà a trovare figure di grande competenza, le decisioni politiche tecnocratiche e uno sviluppo tecnologico che richiede investimenti costanti e rischiosi. Nonostante le numerose sfide che attanagliano il settore sanitario, il Gruppo Ospedaliero Moncucco ha chiuso il 2024 in crescita. Lo hanno dichiarato i vertici questa mattina alla presentazione del bilancio per l’anno passato. "Dopo un 2023 che era stato più difficile anche a seguito dell’integrazione con la Clinica Santa Chiara il 2024 è stato più positivo" ha commentato ai microfoni di Ticinonews il Direttore del Gruppo, Christian Camponovo. Un successo che va ricondotto "all’aumento del numero di pazienti, soprattutto in regime ambulatoriale", ha spiegato il Presidente del CdA Mauro dell’Ambrogio. "Ospitiamo circa trenta nuovi ricoveri al giorno in media e trecento pazienti al giorno che vengono a farsi curare e visitare da noi". In effetti, spulciando i dati, si nota che le due cliniche, tra cui una Santa Chiara rilanciatasi dopo la fusione con volumi in linea con quelli dei migliori anni, hanno preso a carico più di 100mila pazienti, con una forte crescita (di più dell’8%) per il regime ambulatoriale.
Quelle figure sempre più rare: "La formazione non basta"
Dal punto di vista economico il Gruppo senza scopo di lucro ha chiuso il 2024 con un fatturato superiore ai 175 milioni di franchi e un utile d’esercizio di 2,3 milioni di franchi, con 16 nuovi posti di lavoro. "Siamo riusciti ad avere un risultato economico con un risultato operativo che è in linea con quello che occorre a un ospedale per sopravvivere a lungo termine" ha chiarito dell'Ambrogio. Ma le sfide sono tante. Oltre al difficile esercizio tra costi e ricavi, c’è una crescente difficoltà a trovare operatori sanitari di grande competenza. "Sono figure sempre più rare, quindi non ci aspettiamo un’inversione di tendenza", ha detto Camponovo. "Investiamo parecchio nella formazione, ma non basterà mai, perché i bisogni di cure continuano a crescere". Poi c’è l’evoluzione tecnologica, che dovrebbe aiutare a gestire in modo più efficiente le cure, ma bisogna capire cosa permetterà di fare: "Sono investimenti grossi, vanno prese delle decisioni che comportano anche grossi rischi".
"Meno tecnocrazia, più collaborazione dal basso"
È stato poi oggi discusso il panorama politico: il gruppo ha sottolineato come il risultato sia stato raggiunto nonostante il sistema cantonale del tetto ai rimborsi penalizzi chi aumenta le prestazioni, fatto che ha causato al gruppo perdite milionarie nel tempo. Intanto, in attesa dell’entrata in vigore della recente votazione approvata sulla riforma EFAS, c’è in ballo anche la nuova pianificazione cantonale. Che però non preoccupa particolarmente il gruppo. "Per tutti i mandati di base – che fanno il 95% della nostra attività – non dovrebbero esserci problemi. Su qualche specializzazione si vedrà qual è l’impostazione che il Cantone vorrà dare poi concretamente". In questo senso il Presidente ha voluto sottolineare un principio: "Più che alla pianificazione dall’alto noi crediamo alla collaborazione dal basso. Lo dimostrano gli sforzi che stiamo facendo a Locarno con l’EOC: una buona ripartizione dei compiti concordata – perché c’è evidentemente una pressione economica che implica di evitare i doppioni - alla fine riesce meglio di una pianificazione tecnocratica imposta dall’alto".