
Si è tenuta ieri al Palazzo dei Congressi di Lugano la prima edizione della Biennale Filantropia Strategica, un convegno organizzato dalla Fondazione cenpro con l’obbiettivo di promuovere il settore non profit, di illustrare le tendenze e le sfide future nella Svizzera italiana.
La filantropia si suddivide in due grandi capitoli, spiega a Ticinonews Giorgio Panzera, fondatore e direttore di Cenpro. “Abbiamo la persona privata, il filantropo, dunque il donatore. E la Svizzera italiana si pone con prospettive interessanti: il 65% delle economie domestiche della nostra regione linguistica dona in media 350 franchi all’anno. Le fondazioni, invece, sono tutte inscritte al registro di commercio: in Svizzera ce ne sono oltre 13’300, mentre nella Svizzera italiana circa 860”.
Negli ultimi anni le associazioni filantropiche si sono moltiplicate, sintomo di una generosità di fondo del popolo elvetico. La pandemia, inoltre, ha dato una nuova spinta, facendo incrementare il numero dei beneficiari, soprattutto nel settore della sanità. “La pandemia ha velocizzato e digitalizzato i processi. Le transazioni che prima venivano fatte attraverso la classica cedola a fine mese, ora vengono fatte digitalmente e in maniera immediata”. La filantropia, inoltre, non è più un’esclusiva dei ricchi, fa ancora notare Panzera. “La popolazione ticinese è quella che guadagna di meno, ma è quella che dona di più. Non è detto quindi che il filantropo deve avere grandi risorse”.
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