Ticino
I giorni dei morti, quali tradizioni in Ticino?
Redazione
4 anni fa
Se scaviamo nella storia del nostro Cantone scopriamo usanze molto originali che oggi non ci sono più, anche vicine alla festa di Halloween americana, che in realtà proviene dall’Irlanda

I giorni festivi legati alla commemorazione dei defunti negli ultimi anni sono stati contaminati, anche in Ticino, dalla festa di Halloween. Ma la nostra tradizione in realtà è un’altra. Ticinonews ne ha parlato con Giovanna Ceccarelli, collaboratrice scientifica al Centro di dialettologia e di etnografia.

Caldarroste per rifocillare i parenti defunti
“Una tradizione ticinese forse un po’ paganeggiante - spiega Ceccarelli - è quella di lasciare sulla tavola una ciotola di caldarroste e un bicchiere d’acqua, perché si riteneva che i morti tornassero nelle case e avessero bisogno di rifocillarsi. Se tornando a casa non trovavano queste cose, o non trovavano per esempio i letti pronti dove riposarsi, mettevano a soqquadro la casa”.

Fra religione e paganesimo
Come spesso accade, in queste feste c’è un misto di paganesimo e di religione: “La contaminazione è dovuta al fatto che spesso le nostre feste hanno comunque un sostrato pagano. Il cristianesimo si è sovrapposto cercando di scalzarle e di rifunzionalizzarle. Per questo motivo in occasione delle festività cardine spesso troviamo reminiscenze dal mondo pagano”.

Halloween non è una festa propriamente americana
Halloween ha origine antiche e pagane, non è soltanto una festa americana come siamo abituati a credere: “Halloween è una tradizione di tipo pagano celtico che proviene dall’Irlanda. Questa è infatti migrata in America insieme agli operai e agli emigranti irlandesi dei secoli passati e in seguito è ritornata in Europa con le forme a volte esasperate che oggi conosciamo”.

C’era già un Halloween anche in Ticino
“Nel giorno di Ognissanti c’era un’usanza diffusa fra i poveri, soprattutto nel Bellinzonese e nel Mendrisiotto, di andare di casa in casa a chiedere la ‘carità dei morti’, qualcosa da mangiare, un po’ di pane, un po’ di formaggio e a volte ricevevano anche qualche spicciolo”, conclude Ceccarelli.

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