
Il sindaco che intervistiamo oggi è il leghista Eolo Alberti, eletto lo scorso aprile alla guida di Bioggio, storico feudo PPD.
Quella del 10 aprile avrebbe dovuto essere un’elezione senza grandi rivoluzioni, invece il comune malcantonese è stato teatro di un ribaltone politico che ha visto un doppio exploit: quello del gruppo Lega-UDC-Libertà e Trasparenza, che ha triplicato i seggi, e quello personale di Alberti, che ha strappato la carica all’uscente Mauro Bernasconi (PPD), triplicando i voti personali rispetto al 2012 e ottenendo il 67% delle preferenze.
Un risultato inaspettato, ma Alberti ha accolto la sfida con determinazione
Sindaco Alberti, stiliamo un bilancio di questi primi 3 mesi di legislatura."Direi un bilancio più che positivo. Un’esperienza intensa e stimolante. Spesso si ha la tendenza a partire lancia in resta nei primi giorni di legislatura, qui a Bioggio stiamo gettando le basi per il futuro, sfruttando l’ottima collaborazione e visione d’insieme di tutto il Municipio. Ci siamo già attivati per molti progetti, non vogliamo restare con le mani in mano".
Parlando di progetti e di grandi opere, quali sono le sfide del Municipio per il prossimo quadriennio?"Una delle prime cose che abbiamo portato avanti è una Commissione congiunta tra Municipio e Consiglio comunale per le grandi opere. Al di là di grandi opere come il piano viario e il tracciato del tram, a breve (entro la fine dell’anno) ci sarà la sistemazione del comparto della Casa Rossa. Un altro progetto sul quale mi sono chinato con il Municipio è la realizzazione della quarta sezione della scuola dell'infanzia. Oltre a queste opere, in programma abbiamo anche la sistemazione di via Cademario e alcune opere di intervento a Cimo e Bosco Luganese. A fine mese avremo anche un incontro con il direttore del Dipartimento del Territorio Claudio Zali riguardo le grandi opere con il coinvolgimento del DT stesso".
All’interno del Municipio sembra esserci un’ottima collaborazione, com’è invece cambiato il rapporto con i cittadini?"Sono a disposizione di tutti. Mi sto impegnando per essere il sindaco di tutti. Ho fatto in modo che chi vuole contattarmi per parlarmi di un problema o per farmi delle proposte può farlo – previo appuntamento – ogni giovedì mattina".
I cittadini hanno risposto presente?"Sì, direi di sì. Finora ho avuto modo di confrontarmi con una trentina di persone. E devo dire che a Bioggio non c'è disaffezione verso la politica: ci sono molti giovani in Consiglio comunale, e questo mi rende ottimista anche per il futuro".
I cittadini hanno bocciato con il 63% di "no" il progetto della “Grande Bioggio”. Il suo Comune sta ora puntando sulle collaborazioni con i vicini di Agno e Manno. È una soluzione migliore rispetto alla fusione oppure l’idea di un’aggregazione è ancora attuale?"Noi crediamo nelle nostre forze. Bioggio è uno dei comuni più importanti del Ticino con circa 3'000 abitanti e un gettito fiscale di 20 milioni di franchi, senza contare i posti di lavoro sul territorio. Per noi non è un tema fondamentale, andiamo avanti sulle nostre gambe. L’unico scenario potrebbe essere un’aggregazione con Aranno, ma non è un tema di questa legislatura".
Quindi avanti tutta con le collaborazioni con i sindaci di Manno e Agno?"Assolutamente, ho un ottimo rapporto con entrambi. Ci vediamo spesso a pranzo per discutere e ci sentiamo spesso su WhatsApp!"
Ci dica uno degli argomenti dei summit su WhatsApp!"La Festa nazionale, abbiamo discusso dell’invito da parte del SSUP di suonare la nuova versione dell’Inno nazionale".
A Bioggio quali note si udiranno?"Quelle dell’inno classico. Non organizzeremo una festa in occasione del Primo agosto, ma preferisco assolutamente sentire l’inno classico".
Lei prima ha parlato dei posti di lavoro sul territorio di Bioggio, molti rimproverano il Comune di ospitare aziende che assumono prevalentemente manodopera frontaliera. Lei, da sindaco e imprenditore, come si pone?"Secondo me ci deve essere il giusto mix. Come Comune non possiamo nascondere che incassiamo diversi milioni dalle imposte alla fonte grazie a queste aziende, ma è chiaro che per determinati posti di lavoro, se ci fosse la possibilità di assumere un residente con pari qualifiche, mi auspico questa opzione. Sia nell’Amministrazione comunale che nella mia azienda do la precedenza ai residenti. Essendo direttore amministrativo di una società che opera nel settore sanitario mi rendo conto come in mancanza di un apporto di manodopera locale bisogna necessariamente assumere dei frontalieri. Ma ci vuole moderazione, come in tutte le cose, ma a un certo punto bisogna dire: Basta, oltre non si può andare".
Quindi lei sostiene l'iniziativa "Prima i nostri"?"Sì certo. L'iniziativa non dovrà essere categorica ma deve incidere e essere d’esempio".
Spesso la questione dei frontalieri va di pari passo con quella del traffico. Come reagisce un comune come il suo?"Il problema della mobilità è molto sentito, con Manno abbiamo sperimentato per la prima volta in Ticino lo sviluppo di un piano di mobilità aziendale a livello di comparto. È un progetto che va avanti da maggio e che sostengo in quanto credo potrà aiutare a migliorare la situazione attuale".
Torniamo ai “rapporti di buon vicinato”, come sono quelli con via Monte Boglia?"Molto buoni. Con il Nano avevo un ottimo rapporto e mi recavo in sede molto spesso, adesso – complici anche gli impegni lavorativi e in Municipio – le visite sono più rare. Ma c’è comunque una grande collaborazione".
Nico Nonella
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