La polemica
"I Comuni non diventino la cassa di compensazione delle difficoltà cantonali"
© CdT/Chiara Zocchetti
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Redazione
15 giorni fa
I sindaci di Bellinzona, Chiasso, Locarno, Lugano e Mendrisio criticano il continuo trasferimento di oneri finanziari sui Comuni da parte del Cantone. Chiedono una moratoria, la revisione della perequazione, un tavolo permanente di dialogo e un patto pluriennale per regole chiare e sostenibili.

Il 3 ottobre i sindaci di Bellinzona, Chiasso, Locarno, Lugano e Mendrisio si sono riuniti per discutere le conseguenze del Preventivo 2026 e del Piano finanziario 2027–2029 elaborati dal Consiglio di Stato. Dal confronto è emersa una preoccupazione comune: le misure di riequilibrio proposte continuano a spostare oneri sui Comuni, con un impatto particolarmente pesante sui centri urbani, già gravati da crescenti bisogni sociali e infrastrutturali.

Riforme strutturali

I Municipi denunciano che questa dinamica ritarda riforme strutturali ormai non più rinviabili. In particolare, i nuovi provvedimenti aumentano la quota a carico dei Comuni in ambiti delicati come le prestazioni sociali (RIPAM, prestazioni complementari, insolvenze), i servizi per le famiglie (nidi e centri extrascolastici) e il finanziamento del trasporto pubblico regionale. Anche riorganizzazioni come quella delle Autorità regionali di protezione, presentate come “neutre”, rischiano in realtà di trasferire ulteriori costi operativi, con effetti rilevanti per le città. I sindaci osservano che il progetto Ticino 2020, nato per semplificare e riequilibrare i rapporti finanziari tra Cantone e Comuni, non ha raggiunto gli obiettivi prefissati. A loro avviso, è necessario riprendere quei principi e tradurli finalmente in misure concrete, evitando che i Comuni diventino la cassa di compensazione delle difficoltà cantonali.

Una lettera al Governo

Per questo, i Municipi hanno inviato una lettera formale al Consiglio di Stato avanzando quattro richieste principali: una moratoria sui nuovi trasferimenti di oneri finché non saranno chiariti gli effetti delle riforme federali; la revisione del sistema perequativo, con attenzione agli oneri di centralità; l’istituzione di un tavolo permanente di dialogo Cantone–Comuni urbani; e la definizione di un patto finanziario pluriennale con regole stabili e prevedibili. Le Città ribadiscono la volontà di collaborare, ma considerano inaccettabile subire ulteriori aggravi. Con il loro ruolo istituzionale di prossimità e la funzione di poli di sviluppo per l’intero territorio, chiedono un rapporto più equo e rispettoso con il Cantone.