
Si chiamano “il gruppo della mula” e “il gruppo della bionda”. Stiamo parlando dei cavalli del Bisbino che da qualche mese sono balzati agli onori della cronaca per le loro incursioni a Sagno, in Valle di Muggio. Dodici cavalli il primo gruppo - che scende prevalentemente verso Rovenna, a Cernobbio -, sei adulti e un puledrino appena nato il secondo. E tutti vivono allo stato brado sul confine italo-svizzero da quando il loro padrone è morto. Ed è proprio il secondo gruppo, quello denominato “della bionda” (per il colore della criniera della cavalla che ha dato alla luce il puledro, ndr: vedi la foto) che ha suscitato le reazioni del comune di Sagno. Il Municipio infatti, si legge oggi dalle pagine dell’Informatore, è preoccupato e chiede misure per evitare eventuali danni provocati dagli animali e trovare loro una proprietà. E chiede pure la castrazione degli stalloni. Ma c’è chi invece i cavalli vuole lasciarli allo stato brado, come la signora Luigia Carloni, dell’Associazione degli amici dei camosci, che ha perlustrato per un paio di giorni il Monte Bisbino. “Auspico che i cavalli vengano lasciati liberi perché sono molto resistenti - ci dice a titolo personale Luigia Carloni -. Sono sei anni che girano sul Bisbino da quando il proprietario è morto. Solo quest’anno hanno provocato problemi perché ha nevicato molto e perché sono scesi alla ricerca di cibo”. “Il gruppo della bionda” infatti si è spostato per due volte a Sagno. “Ma è successo a causa delle abbondanti nevicate, perché i cavalli vivono in quota e sono scesi solo per la grande fame. Se dovesse nevicare ancora molto il prossimo anno bisogna pensare di portare il fieno a monte per evitare che i cavalli scendano troppo”. Le soluzioni sarebbero due per Luigia Carloni: “Castrare i giovani maschi, lasciare in pace i vecchi stalloni, e portare il fieno in quota se dovesse ripetersi un inverno rigido”. [email protected]Foto Luigia Carloni
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