Ticino
“Ho visto cedere le porte di ferro dell’hangar”
Marco Jäggli
4 anni fa
È probabilmente un “downburst”, una specie di tornado al contrario, quello che ha colpito martedì l’aeroporto di Magadino. Chi era presente ne racconta la forza, tale da far tremare la torre di controllo, mentre ora si cerca di ripartire

Dopo la tempesta di martedì, sull’Aeroporto di Locarno-Magadino è tornato il sereno, con operai e periti affaccendati accanto all’hangar scoperchiato dalla furia del vento. Gli undici aerei presenti nella struttura sono stati trasferiti in una rimessa e non è ancora possibile avere una stima dei danni, come spiegato da Valerio Caroni, direttore di AELO Maintenance, a Teleticino: “Alcuni degli aeroplani danneggiati avevano un valore abbastanza alto, quindi sicuramente si tratta di un danno economico non indifferente”. Oltre ai danni subiti dagli aeromobili, bisognerà poi contare anche quelli all’edificio che li conteneva, che non è stata però l’unica struttura interessata dall’acquazzone: il portone dell’hangar adiacente ha infatti subito la medesima sorte, scardinato dalle sferzate del vento nonostante si trattasse di una lastra di ferro di notevoli dimensioni.

Il racconto dei testimoni
Tutto fa pensare dunque che si sia verificato un fenomeno chiamato downburst: un fenomeno meteorologico violento come un tornado ma in cui la direzione del vento è esattamente l’opposto, con una sorta di imbuto d’aria in cui è il fondo a essere straripante. Gli effetti sono impressionanti, come sottolinea anche chi era presente: “Ho visto le porte cedere ed essere spinte all’interno dell’hangar, contro gli aerei”, racconta Daniele Dellea, capo istruttore di AeroLocarno, “gli ingegneri e i tecnici quindi sono scappati verso il fondo della struttura, alcuni sono usciti - non senza difficoltà - dalla porta posteriore, mentre altri sono riusciti a uscire da una porta laterale che dà sugli uffici della scuola”.

“La torre di controllo oscillava”
“Io mi trovavo qui con due ragazzi che si occupano della movimentazione degli aerei e siamo entrati in un ufficio in muratura, dove eravamo sufficientemente protetti”, continua Dellea, che sottolinea come la paura non sia mancata: “Locarno-Monti ha misurato quasi 100 km/h come velocità del vento, i ragazzi della torre di controllo sono scappati perché questa oscillava notevolmente”. Un ricordo indelebile nella memoria dei presenti, con la scuola di volo che ha potuto riprendere subito quota e l’officina di manutenzione che sta andando verso la ripartenza: “Siamo operativi al 95%”, spiega Dellea, che aggiunge “già da ieri stiamo volando, l’istruzione continua e gli allievi sono presenti. Bisogna risolvere la questione del bimotore a cui stiamo lavorando”. Voglia di fare sottolineata anche da Valerio Caroni: “Proprio in queste ore ci stiamo organizzando per ripartire al più presto e garantire un servizio di manutenzione per i casi prioritari e più urgenti. L’hangar 1 rimarrà sicuramente inagibile per qualche settimana o addirittura qualche mese, ma spero riusciremo a renderlo agibile il prima possibile”.

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