
Nella capitale haitiana devatata martedì dal terremoto c'erano almeno tre ticinesi, che si sono salvati dalle potenti scosse telluriche. Luca Dadò, Ernesto Jacomelli ex professore di ginnastica delle medie di Bellinzona e Cinzia Angotti, 35 anni e da due in missione ONU a Port-au-Prince. Luca Dadò, figlio dell'editore Armando Dadò, era sull'isola per portare aiuti economici a un dottore milanese che si occupa di bambini. L'editore locarnese, spiega il Corriere del Ticino, racconta quanto accaduto al figlio: "Luca si trova ad Haiti per portare aiuto ad un gruppo di persone impegnato nel soccorso ai bambini. Ieri sera abbiamo ricevuto un suo SMS, l'ha spedito a uno dei suoi fratelli. Probabilmente ce l'ha inviato per tanquillizzarci".Cinzia Angotti racconta invece il dramma vissuto ai microfoni della RSI: "È avvenuto tutto in un minuto infernale e interminabile. Abbiamo iniziato a scappare, ma perdevamo l'equilibrio. Un pezzo di tetto ci è caduto davanti. Abbiamo visto i colleghi sotto le macerie". Anche Francesco Bianchi di Curio si trovava martedì sull'isola, ma a Santo Domingo. In vacanza nei Caraibi, ha comunicato ai suoi familiari di non avere avvertito nessuna scossa di terremoto. Intanto la capitale Port-au-Prince non esiste più. Ad Haiti, il paese più povero dell'intero continente americano, i morti si contano a centinaia di migliaia, come ha spiegato ieri il primo ministro haitiano Jean-Max Bellerive intervistato dalla CNN. Potrebbe infatti essere la peggior tragedia della storia e superare i 230.000 morti dello tsunami del 2004.
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