
Il settore della viticultura teme gli effetti collaterali del conflitto in Ucraina. Nella giornata di sabato, le conseguenze della guerra - come il rincaro delle materie secche - sono state discusse nell’ambito dell’Assemblea di Federviti.
Giuliano Maddalena, presidente Federviti Ticino, ai microfoni di Ticinonews ha considerato il 2021 “un’annata positiva. Quantitativamente abbiamo sicuramente rimarcato delle differenze tra le regioni, ad esempio in alcune zone particolarmente colpite dalla grandine c’è stata una produzione minore, ma siamo soddisfatti”. La pandemia ha avuto un influsso sul consumo di vino? “Da quello che mi è dato sapere il consumo è effettivamente aumentato. In questo senso, si può dire che la pandemia ci abbia aiutato. Ora però siamo evidentemente preoccupati, perché è presumibile che a causa della guerra anche i costi per il nostro settore aumenteranno, penso infatti all’aumento di costo dei fertilizzanti e dei prodotti fitosanitari”.
Presente all’Assemblea era anche Sem Genini, presidente dell’Unione Contadini Ticino: “ll settore agricolo è molto toccato dall’aumento ai prezzi alla produzione, siamo preoccupati di quest’evoluzio. Secondo Genini bisogna inoltre tenere conto anche di decisioni prese dal Governo: “A livello svizzero abbiamo il 19% delle superfici per la promozione della biodiversità. Il Consiglio federale proprio recentemente ha proposto, anzi ha imposto, che ci sia dal 2024 il 3,5% di superfici biodiversità in più nelle superfici arabili, noi dobbiamo produrre tutto quello che possiamo”.
Sul tavolo delle discussioni è stato messo anche l’annoso problema legato alla produzione di vino in collina, una produzione più onerosa e che va pian piano sparendo a favore di quella in pianura.
Sempre Sem Genini, ha annunciato la decisione di fare ricorso contro l’insediamento delle nuove Officine a Castione: il pomo della discordia è la confisca dei terreni SAC. “Abbiamo deciso di fare ricorso, anni fa avevamo ricevuto diverse rassicurazioni e adesso basta vedere le ubicazioni alternative per questi terreni che sono state proposte, come ad esempio Losone, che è molto distante da Castione. Non possiamo accettare una cosa del genere: le superfici di compenso dovevano essere nel Bellinzonese, magari nel Piano di Magadino o al limite a Biasca. Ci vengono tolti dei terreni buoni, senza restrizioni, per darcene altri con restrizioni. Se ci vengono dati prati dove non si può coltivare non va bene, è come se ci portassero via una Ferrari e ci dessero una Fiat Panda, è un po’ una presa in giro”.
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