Ticino
Grossa perdita per Credit Suisse, Ferrara: “La situazione è preoccupante”
Redazione
un anno fa
La presidente dell’Associazione svizzera degli impiegati di banca Natalia Ferrara monitora con attenzione la situazione di Credit Suisse, che ha chiuso lo scorso anno con una perdita di oltre 7 miliardi. “Alcune persone si sono già rivolte a noi per tutelare i propri interessi”.

Credit Suisse ha chiuso il 2022 con una perdita netta di 7,3 miliardi di franchi. Benché fosse ampiamente prevista, la voragine è comunque impressionante e rappresenta l’ennesimo duro colpo in una stagione difficile per la seconda banca svizzera. Negli scorsi mesi la banca aveva già annunciato il taglio di 9'000 impieghi entro il 2025. La scure si sta abbattendo anche sulla piazza finanziaria ticinese, sorvegliata speciale dell’Associazione svizzera degli impiegati di banca. “Quando un grande istituto come Credit Suisse licenzia migliaia di persone nel mondo, non si può pensare di rimanere indenni sul nostro territorio”, spiega a Ticinonews la presidente Natalia Ferrara. “Sappiamo che ci sono dei licenziamenti in corso e proprio in questi giorni alcune persone si sono rivolte a noi per tutelare i propri interessi. È chiaro che è una situazione molto pesante e preoccupante”.

“Massicci tagli in passato sulla piazza ticinese”

Ferrara lamenta una mancanza di chiarezza da parte di Credit Suisse sulle modalità con cui verranno eseguiti i tagli. “Nei nostri confronti, purtroppo, non è stata così chiara sui numeri e sulle regioni. Non era stata però esclusa la ristrutturazione in Ticino, un cantone verso il quale noi come Associazione abbiamo un occhio di riguardo”. In passato, infatti, “ci sono stati massicci tagli sulla piazza finanziaria ticinese: molti licenziamenti o trasferimenti, con centri di competenza spostati oltre Gottardo che ci hanno fatto perdere dei posti di lavoro”.

La sensazione di pagare per colpe di altri

Le notizie delle difficoltà di Credit Suisse raggiungono anche le sedi ticinesi, dove c’è spesso la convinzione di pagare per degli errori commessi altrove. “Il personale è molto fedele, leale e legato all’istituto, ma anche molto esasperato”, precisa Ferrara. In Ticino “c’è sicuramente una frustrazione maggiore rispetto ad altre regioni, viste anche le difficoltà nel trovare un nuovo impiego”. La presidente dell’Associazione ricorda anche gli errori legati a "Greensill Capital" e "Archegos Capital". “Non voglio semplificare eccessivamente, ma quei due sbagli, non commessi dal personale, hanno fatto sì che l’istituto perdesse 6 miliardi e mezzo. È chiaro quindi che ci sia un’ulteriore frustrazione in Svizzera: per colpe altrui qui si paga e si paga caro”.

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