
L’intricata matassa creatasi attorno al Grand Hotel di Muralto sembra non avere fine. Una matassa sempre più imbrogliata e sempre più difficile, pare, da districare. Ecco spuntare, dalle colonne del Corriere del Ticino, un nuovo colpo di scena: l’avvocato Franco Gianoni, uno dei comproprietari dell’albergo locarnese, ha inoltrato al Municipio un’istanza di ricusa nei confronti del sindaco muraltese Stefano Gilardi. Questo nuovo capitolo va così ad aggiungersi alle accuse lanciate da più parti - e che assomigliano sempre più a un “tutti contro tutti”, scrive il CdT - dopo la mancata vendita del Grand Hotel al finanziere René Schweri. Ecco in sintesi quanto successo: Schweri ha accusato i comproprietari, il comune di Muralto ha criticato la burocrazia del Cantone, Bellinzona ha respinto al mittente le critiche, i comproprietari hanno definito Schweri un incompetente e il sindaco Gilardi un impiccione. Con l’istanza di ricusa inoltrata all’Esecutivo a fine febbraio, dopo che Schweri aveva rifiutato l’acquisto, ecco che ora il sindaco dovrebbe astenersi da qualsiasi contatto e discussione attorno alla pianificazione del comparto su cui sorge l’albergo. A Stefano Gilardi viene rimproverato di aver avuto un “atteggiamento troppo zelante” nel corso delle trattative per la vendita del Grand Hotel. E queste accuse erano già state sollevate anche da un altro comproprietario, l’avvocato Gianfranco Cotti. Dal canto suo, il sindaco Gilardi fa sapere dalle colonne del giornale che non intende commentare la notizia. Ora spetta al Municipio verificare quanto scritto nell’istanza di ricusa e poi rispondere. Ma per il momento, come detto, la matassa rimane ingarbugliata…
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