
L’anno alla presidenza del Gran Consiglio di Nicola Pini volge al termine, i colleghi del TG hanno colto l’occasione per discutere con il deputato PLR di quanto è stato e quanto sarà.
« È stata sicuramente un’esperienza arricchente, di lavoro duro. Se un anno fa mi aveste detto che da presidente avrei dovuto condannare una guerra in Europa non ci avrei creduto. Questo mostra quanto tutto sia fragile e non troppo prevedibile. In generale, il lavoro è stato intenso, in un anno abbiamo approvato cose importanti. Da parte mia l’obiettivo era anche di avvicinare i giovani alle istituzioni e le istituzioni tra di loro, essendo io anche in Municipio (di Locarno, ndr)».
In Gran Consiglio ultimamente i toni sono stati anche molto caldi, ad esempio quando si è discusso dei livelli nella Scuola Media... « È chiaro che far dialogare 90 persone che non la pensano sempre allo stesso modo non è facile, ci sono regole al nostro interno e buon senso, è vero che certi dibattiti sono stati abbastanza duri da condurre e moderare ma siamo sempre arrivati a una soluzione e il voto è sempre stato espresso. Però non è solo questione di GC, è stato difficile dialogare anche con persone al di fuori, è stato difficile fare politica, anche perchè un po’ si è andati a perdere le discussioni da corridoio che poi permettono di arrivare a convergenze in aula».
Un ricordo indelebile è stato quello dell’elezione di Cassis a Presidente della Confederazione: « Certo, è stato bello, quello dell’elezione di un ticinese dopo decenni alla presidenza è stato un momento molto intenso e spero che potremo festeggiarlo a tempo debito».
Ora però si guarda al futuro: «Per le elezioni cantonali in GC l’interesso è dato, non è dato un interesse per il Consiglio di Stato».
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