
Gli studenti ed ex studenti del Centro Professionale Tecnico (CPT) di Mendrisio, riuniti nel collettivo Scintilla Studentesca, tornano a criticare duramente il Consiglio di Stato ticinese per la gestione del dialogo istituzionale legato al caso del professor Roberto Caruso e, più in generale, al rapporto tra scuola e studenti.
La lettera rimasta senza risposta
In una presa di posizione diffusa alle redazioni, il collettivo ricostruisce una cronologia che, a loro avviso, dimostra una mancanza di rispetto e di trasparenza da parte delle istituzioni. Il 26 agosto 2025 gli studenti avevano inviato una lettera formale al Governo, sollevando interrogativi sul licenziamento del docente. A quella comunicazione, sostengono, non è mai arrivata una risposta diretta. Solo dopo settimane di silenzio, il 17 settembre, gli studenti si sono rivolti ai media. "La visibilità mediatica è una conseguenza della mancata risposta, non la sua causa", precisano.
La risposta del Governo e le contestazioni
Il tema è poi approdato in Gran Consiglio con un'interrogazione parlamentare, depositata il 15 ottobre dai deputati Evaristo Roncelli e Claudio Isabella. Il Consiglio di Stato ha risposto all’atto parlamentare il 17 dicembre, affermando di aver già risposto alla lettera degli studenti e sostenendo che la comunicazione degli studenti fosse stata inviata prima ai media che alle istituzioni. Una versione dei fatti che Scintilla Studentesca contesta: la risposta del Governo agli studenti è arrivata solo il 18 dicembre, dopo la chiusura della sessione invernale del Gran Consiglio. Un messaggio "automatico, non replicabile, che allega una lettera di rigetto", sottolineano.
"Mancanza di rispetto"
Il collettivo si dice indignato non tanto per il contenuto di un no, ma per il metodo. "Dopo oltre un anno di impegno, richieste formali e disponibilità al confronto, il cosiddetto “dialogo” con gli studenti si è concretizzato in una risposta tardiva, automatica, scorretta e priva di qualsiasi confronto reale. Riteniamo tutto ciò una mancanza di rispetto non solo verso di noi, ma verso l’idea stessa di scuola pubblica e di educazione alla cittadinanza attiva. Continueremo a far sentire la nostra voce, per una scuola pubblica degna di questo nome e per il professor Caruso", promette il collettivo.
