Ticino
Giovani UDC sugli scioperi: "Quando la scuola diventa centro sociale"
Redazione
7 ore fa
I Giovani UDC Ticino si oppongono fermamente alla mobilitazione studentesca per la Palestina che ha coinvolto 15 istituti scolastici in tutto il Cantone culminata con un corteo per le strade di Bellinzona: "“Sciopero” studentesco: Quando la scuola diventa centro sociale!", titolano la nota stampa.

Forte presa di posizione dei Giovani UDC Ticino che si oppongono alla mobilitazione studentesca per la Palestina. Nella giornata di ieri (17 novembre), infatti, in 15 scuole del Cantone è andata in scena la ‘Giornata per la Palestina’, un momento per riportare all’attenzione su quanto sta accadendo nella Striscia di Gaza attraverso numero attività e culminato con un corteo centralizzato a Bellinzona. I giovani democentristi si dichiarano preoccupati dell’accaduto: “In diversi istituti sono stati invitati come relatori i soliti professori italici con marcata tendenza a sinistra”.

Scuole come "laboratori di militanza politica"

Nel comunicato, i Giovani UDC storcono il naso sul legame tra temi geopolitici e la scuola: “La mattinata -si legge- è stata sfruttata per preparare striscioni e materiale propagandistico da utilizzare nel corteo pomeridiano, trasformando gli spazi scolastici in laboratori di militanza politica”. Le attività sono state organizzate dal Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA) e non sono piaciute ai democentristi che definiscono il SISA un “presunto sindacato che si presenta come voce degli studenti, ma che in realtà è saldamente controllato da rappresentanti dei Giovani Comunisti”. Forze ed energie che i Giovani UDC utilizzerebbero per altri scopi come “migliorare la qualità dell’insegnamento o il sostegno all’apprendimento”.

Accuse a Consiglio di Stato e DECS

Non mancano poi le critiche al Consiglio di Stato accusato di essere a conoscenza “delle derive ideologiche e della parzialità didattica che si manifestano negli istituti” e viene sollecitato a armarsi di “meccanismi di verifica più trasparenti e imparziali” con l’obiettivo di “garantire che l’educazione non venga strumentalizzata a fini ideologici”. A tal proposito, i democentristi, puntano il dito contro il DECS: “La mancanza di pluralismo informativo e la contaminazione ideologica del DECS compromettono la capacità delle autorità di valutare con obiettività l'impatto di certe iniziative scolastiche sulla formazione degli studenti”.