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Giornata del bastone bianco, Bianchi: "Le generazioni stanno cambiando"
Il 15 ottobre ricorre la giornata internazionale del bastone bianco, simbolo di indipendenza e rispetto delle persone cieche e ipovedenti. Sono molti gli obiettivi raggiunti per la mobilità e l'accesso ai trasporti pubblici, ma le sfide future sono sempre dietro l'angolo a partire dall'inclusione e dalla sensibilizzazione.

In Svizzera ci sono 377'000 persone con difficoltà visive, di cui 50'000 cieche. In occasione della giornata internazionale del bastone bianco, simbolo di indipendenza e rispetto delle persone cieche e ipovedenti, Unitas ci ha mostrato quali sono le sfide, le consulenze che offre e la formazione proposta. "Si valuta a che punto è il bambino, di solito ci viene segnalato dai pediatri o dai genitori. Da lì si parte per far sì che sappia usare al massimo il proprio potenziale visivo", spiega la responsabile del servizio giovani Carmen Lauber. "Poi il bambino cresce ed entra a scuola. Ad un certo punto, se la sua vista lo necessita, vengono introdotti dei mezzi ausiliari informatici". Al compimento dei 18 anni l’accompagnamento poi prosegue: "Una persona adulta è spesso anche persona anziana. Ci sono malattie oculari che si manifestano con l'età. La richiesta è spesso di poter ancora leggere il giornale, fare i propri pagamenti e gestire la piccola corrispondenza. Si individua dunque il mezzo ausiliario: una lente elettronica, un video ingranditore o proporre delle soluzioni per la mobilità sul territorio", spiega Lauber. 

"Agire nel concreto"

Garantire una mobilità sicura è uno degli obiettivi principali, così come la sensibilizzazione per una società più inclusiva, la formazione scolastica e garantire a tutti la partecipazione in maniera attiva alla vita sociale. Sfide a cui è sottoposta ogni giorno Corinne Bianchi, nuova responsabile della difesa degli interessi delle persone cieche e ipovedenti: "Mi occupo di tutto quel che concerne l'accessibilità, le pari opportunità, l'autonomia delle persone cieche e ipovedenti sul territorio. Se sappiamo che c'è una determinata utenza che ha bisogno qualcosa di specifico per esempio ad una fermata di un autobus, chiediamo di poter mettere le linee guida o la piastra 90x90. Cerchiamo di agire nel concreto", afferma Bianchi.

"Anche le generazioni stanno cambiando"

La risoluzione delle difficoltà concrete nella vita quotidiana è un primo passo per raggiungere sfide più ampie, come quelle dell’inclusione. In Ticino, ci dice Bianchi, la situazione sta cambiando: "Muoversi con un bastone bianco richiede concentrazione ed energie. Bisogna imparare i percorsi prima di affrontarli. Se questi possono essere affrontati in sicurezza, è qualcosa di fondamentale. A livello comunale ci sono tanti Comuni che stanno portando avanti il discorso dell'inclusione. Credo che culturalmente anche le generazioni stiano cambiano. Io penso che ci stiamo preparando a un cambiamento, o almeno spero", conclude Bianchi.