
Si sono messi davanti all'ingresso di Palazzo delle Orsoline per far capire al Gran Consiglio, la cui sessione è da poco in corso, che la situazione è grave e occorrono soluzioni immediate. Un drappello di rappresentanti dell'Associazione ticinese dei giornalisti (Atg) e del sindacato Syndicom ha lanciato l'allarme: il settore dei media ticinese "lotta da solo contro una crisi devastante", si legge nel comunicato rilasciato a margine della manifestazione.
Situazione preoccupante
Atg e Syndicom denunciano le forti difficoltà a cui è confrontata la stampa ticinese, anzitutto finanziarie: "Calo drastico delle entrate pubblicitarie, aumento dei costi delle materie prime, una rivoluzione digitale da affrontare e nuove abitudini del pubblico" stanno mettendo "il settore dei media a dura prova. Ricordiamo negli ultimi anni la chiusura del Giornale del Popolo, i licenziamenti alla RSI e al Corriere del Ticino e poi la chiusura del Caffè. I media che rimangono ancora attivi lo fanno tra mille difficoltà economiche".
"Azioni immediate"
Alla politica cantonale le due organizzazioni chiedono un sostegno concreto, in particolare a seguito della bocciatura a livello federale, lo scorso anno, del pacchetto di aiuto ai media. L'invito è di guardare alla Romandia: "Nel nostro Paese c’è un cantone che funge da pioniere, ed è il Canton Vaud. Sollecitiamo i membri del Gran Consiglio ad analizzare quel modello e a varare il più velocemente possibile un pacchetto locale di aiuti ai media del Canton Ticino. La situazione è grave. Ormai non c’è più tempo da perdere".
Il modello vodese
Nel marzo 2021 il Gran Consiglio vodese aveva votato un contributo di 6,2 milioni di franchi su cinque anni in favore della stampa locale. La concessione del finanziamento avviene dietro il rispetto di condizioni stabilite dal governo cantonale. In base a quanto votato dal parlamento vodese, i contributi alla stampa locale prevedono l'inserzione di annunci pubblicitari sulle testate per 2,5 milioni, un aiuto all'innovazione con la realizzazione di più studi sui media e la creazione di una piattaforma per abbonarsi alla stampa vodese (il tutto per 1,25 milioni) e, infine, 1,08 milioni destinati all'educazione dei giovani all'utilizzo dei media, con lo scopo di accrescere il loro senso critico sulle informazioni circolanti in rete.

"Media deboli, democrazia debole"
Quello odierno non è il primo allarme lanciato da Atg e Syndicom. Nel febbraio 2020 avevano presentato un atto parlamentare che chiedeva misure di sostegno ai media locali, "firmato da tutti i partiti, tranne l’UDC". "Non ci stancheremo mai di dirlo", concludono le due organizzazioni. "Anche la democrazia, e quindi il mondo della politica, sono chiamati in causa. Se il settore dei media è in difficoltà, lo sono e lo saranno sempre di più anche le istituzioni democratiche. La stampa, nelle sue varie forme, permette il confronto delle idee e il dibattito pubblico. E questo è un elemento fondamentale del funzionamento democratico di una società. Media deboli significa anche democrazia debole. Lasciare i media da soli a combattere questa battaglia significa inevitabilmente far del male alla democrazia".