Ticino
Gestire un attacco hacker, per le aziende "è costoso e complicato"
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Redazione
2 giorni fa
I ciberincidenti sono in netto aumento e anche le aziende possono essere prese di mira, come è successo alla Taiana SA qualche anno fa. Siamo tornati a farle visita per capire come si difende oggi.

Il 26 settembre 2019 incontravamo Claudio Taiana intento a gestire un attacco hacker che aveva colpito la sua azienda, la Taiana SA di Manno. Un gruppo di criminali informatici era riuscito a criptare i file e chiedeva un riscatto di 300mila franchi da pagare in bitcoin. Non era stata l’unica vittima allora e non lo sarebbe stata nemmeno adesso. Infatti, l’ufficio federale della cibersicurezza, nella sua ultima statistica relativa al 2024, conta 92 segnalazioni di casi “ransomware” – un fenomeno che continua a colpire, in particolare, le imprese. Siamo tornati da Claudio Taiana per capire che impatto può avere un simile episodio: “gestirlo è stato complicato e costoso, anche meno rispetto al riscatto richiesto. Il nostro intervento sarà costato 100mila franchi”, spiega Taiana. Tuttavia, l’azienda è stata isolata per 10 giorni.  “Non eravamo in grado di dare un prezzo o di allestire un bollettino; infatti, facevamo le vendite in maniera cartacea per non bloccare del tutto l’attività della ditta (che si occupa di vendere materiale di costruzione, ndr)”.

Le misure messe in atto 

Claudio Taiana ha deciso di ricostruire i dati con mezzi propri e di garantire nuovamente la piena operatività dell’azienda. Dopo la fusione con Edil group nel 2020 (di cui Taiana è membro del consiglio di amministrazione), sono state rafforzate le difese informatiche: “siamo partiti con un’altra piattaforma e adesso non teniamo più niente ‘in casa’ perché abbiamo tutto su cloud. Ci sono delle garanzie (ad esempio la doppia autenticazione), ma la certezza totale di non essere più a rischio hackeraggio non può darla nessuno”. Ora la ditta non si sente più minacciata, ma ha comunque due collaboratori che si dedicano solo alla parte informatica e che “vigilano anche sul traffico mail per verificare se c’è dello spam o se aumenta”.

"Aziende poco sensibilizzate" 

Infatti, i ciberincidenti, in generale, sono in netto aumento, seppur riguardino per lo più i privati. Il 10% delle segnalazioni, invece, provengono da aziende tendenzialmente ancora poco sensibilizzate secondo Claudio Taiana: “tutti pensano che casi del genere capitino solo agli altri. Io penso che a livello di piccole imprese ci sia ancora molto lavoro da fare sul fronte sicurezza, anche se è vero che non sono degli obiettivi interessanti per gli hacker. Questi ultimi sono piuttosto interessati ad attività medio-grandi o governative. Infatti, sono più a rischio quelle società che gestiscono una grossa mole di dati e che potenzialmente potrebbero pagare un riscatto”.