Ticino
"Gestione passiva del Teatro sociale: il cittadino passa alla cassa"
"Gestione passiva del Teatro sociale: il cittadino passa alla cassa"
"Gestione passiva del Teatro sociale: il cittadino passa alla cassa"
Redazione
6 anni fa
La Lega dei Ticinesi di Bellinzona punta il dito contro il credito da 300'000 franchi per coprire le perdite

Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa della Sezione della Lega dei Ticinesi di Bellinzona:

Ci risiamo! Il cittadino dovrà passare alla cassa per coprire un nuovo buco. Neanche il tempo di scordare il versamento di 200'000 franchi per la perdita causata dall'amministrazione approssimativa dei Castelli (600'000 franchi complessivi), è già il momento di rimediare a un’altra gestione poco brillante: quella di Bellinzona Teatro, uno degli Enti autonomi della Città. L’importo necessario - a fondo perso - supera i 300'000 franchi. A distanza di pochi mesi, il Municipio ha chiesto al Consiglio comunale di approvare oltre mezzo milione di franchi per azzerare le due importanti perdite. Dispiace constatare che per non ostacolare il primo pagamento, il Municipio abbia taciuto – pur essendone a conoscenza da tempo – il secondo scoperto. Una mancanza di trasparenza che sembra ripetersi con troppa facilità in Città.

Nel caso specifico, sono apparsi evidenti i limiti di una gestione “autonoma”: da una parte si sfrutta abilmente la maggiore libertà d’azione, dall'altra ci si ricorda del Comune per rimediare alle lacune.Il messaggio municipale è stato sapientemente redatto mostrando successi e pure difficoltà, con lo scopo di giustificare la richiesta di crediti e di finanziamenti supplementari. Il tutto accompagnato da apprezzamenti un po’ troppo autoreferenziali sull'attività proposta. Nel documento sono però stati dimenticati dei temi (o quantomeno non sono stati posti alcuni interrogativi), quali la dubbia bontà della gestione operativa e alcune scelte strategiche. Si parla anche di difficoltà dovute alla ridotta capienza della struttura, evitando però di dire che durante la programmazione teatrale la sala presenta spesso numerosi posti liberi. Un fatto che dovrebbe imporre una riflessione sulla proposta artistica.

Traspare, inoltre, una certa passività nell'individuare soluzioni alternative di finanziamento per garantire spettacoli e qualità. La ricerca di sponsor è nulla (fatta eccezione per la solita AMB, ancora una volta soldi dei cittadini). Come successo con i castelli, anche in questo caso, prima sono stati spesi i soldi e poi si obbliga il Municipio ad accordare un credito straordinario.

Il messaggio municipale chiede di porre rimedio al buco di oltre 300'000.- , di aumentare l’importo che la Città concede all'Ente autonomo (a copertura di future perdite!) e pure che la Città si accolli tutta la parte relativa alla gestione finanziaria. In altre parole, coprire un buco, pagare di più e lavorare di meno, senza dimenticare che le serate in cartellone sono diminuite e che la produzione artistica è stata notevolmente ridimensionata.

Per quanto evidenziato è quindi lecito porsi delle domande: il direttore dopo anni è ancora la persona giusta? La proposta messa in cartellone è tuttora adeguata? Sempre pensando al direttore (che a quanto sembra gode del lusso di poter lavorare da casa), perché dopo la riduzione d’offerta, rispettivamente l’azzeramento della produzione artistica non è stato rivisto al ribasso pure il suo stipendio? È tuttora giustificato un impiego a tempo pieno per gestire una cinquantina di serate all'anno? Per l’affitto delle sale per gli aperitivi del Carnevale Rabadan o di qualche ditta di elettrodomestici basta infatti un semplice custode. Probabilmente invece di prevedere ulteriori assunzioni e giunto il momento di rivedere i compiti.

Tornando alla perdita, con una gestione più oculata e con l’aumento di un paio di franchi del costo del biglietto non saremmo ora confrontati con la richiesta di soldi. E non si dica, come al solito, che si manca di sensibilità verso la cultura e i suoi costi. Quella di base deve essere accessibile a tutti, ma le serate a teatro di pochi non devono essere a carico della comunità, ma rifarsi al principio causale (chi beneficia paga). Vantarsi del prezzo d’entrata più a buon mercato della Svizzera per poi battere cassa ha veramente poco senso.

Ricordiamo infine che, sempre pensando alla cultura, Bellinzona Musei costa ai cittadini oltre un milione di franchi per un numero di visitatori quasi insignificante. Di recente si sente parlare della Villa dei Cedri più per degustazioni di birre e di vino che per le mostre d’arte! In passato grazie alla progettualità e alla competenza di persone illuminate era invece un luogo che ospitava prestigiose mostre di richiamo internazionale.

Siamo convinti che, pensando all'ingente importo messo a disposizione per la cultura a Bellinzona, ci sia ampio margine per fare di più e meglio nell'interesse dei cittadini e della vocazione turistica della Città.

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