
Grazie al riciclaggio, in Svizzera è diminuita la quantità di spazzatura prodotta dalle economie domestiche. Lo ha reso noto ieri l'Ufficio federale dell'ambiente (Ufam). Le città ticinesi hanno intrapreso sforzi per estendere l'offerta di riciclaggio e per disincentivare la produzione di rifiuti. Una delle misure principali in questo senso è stata la tassa sul sacco, obbligatoria in ogni comune. Anche il "villaggio gallico" di Lugano (così la definì Claudio Zali nel 2016) dovette infine accettare la tassa, introducendo nel 2020 il sacco rosso ufficiale. I furbetti però ci sono ancora. "Nel complesso la situazione funziona - premette Karin Valenzano Rossi, capodicastero Spazi urbani - tuttavia ci sono anche abusi per i quali dobbiamo intervenire con delle sanzioni amministrative".
"Misure provocatorie"
Il non volere utilizzare il sacco rosso induce più persone a gettare i propri rifiuti nei cestini pubblici. "Qui dobbiamo applicare delle misure un po' provocatorie", ammette la municipale di Lugano. Per esempio "togliamo il cestino per un po', mettiamo un cartello che spiega il motivo per cui questo è stato rimosso e poi, naturalmente, lo riposizioniamo". Gli abusi si riscontrano anche nelle "benne del verde, dove per esempio troviamo resti di piastrelle".
Educazione
I furbetti non mancano neppure a Locarno e Bellinzona. Nella capitale, il capodicastero Ambiente Giorgio Soldini ci fa sapere che per il sacco comunale si registrano raramente casi di questo genere. Succede invece più spesso che persone gettino nei cestini pubblici i loro rifiuti di casa. La soluzione adottata da Bellinzona (e da Locarno e Lugano) è stata la riduzione delle dimensioni dei buchi dei cestini. Secondo il suo omologo di Locarno, Pierluigi Zanchi, oltre alle multe c’è bisogno dell’educazione per contrastare questo fenomeno. "Ed è qualcosa che va insegnato già ai bambini", precisa il municipale.
Abusi sporadici
"Il sistema funziona bene, ma potrebbero esserci miglioramenti, aumentando l'offerta per l'umido", analizza invece Samuele Cavadini, sindaco di Mendrisio e capodicastero Ambiente. Il numero uno dell'Esecutivo del capoluogo momò tuttavia puntualizza: "Abusi capitano anche da noi, ma non in maniera diffusa o importante".