Festività
Fuochi d’artificio per il 1° d’agosto, sempre meno negozi li vendono in Ticino
©Gabriele Putzu
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Redazione
14 ore fa
Nel nostro Cantone quasi nessun grande rivenditore propone articoli pirotecnici di grande portata. I motivi legati alla sostenibilità e al calo della domanda.

Il 1° agosto fa rima con fuochi d’artificio: è uno dei pochi giorni all’anno – insieme a Capodanno – in cui i cittadini possono far esplodere razzi per festeggiare la Festa nazionale. Negli ultimi anni, tuttavia, complici la siccità e il rischio incendi, la possibilità di lanciare fuochi da parte di privati è diminuita. Al contempo è cresciuta la sensibilità ambientale sul tema, tanto che è pendente a livello federale un’iniziativa che vuole limitarne l'utilizzo. Quest’anno, secondo l’Ufficio federale dell’ambiente, in Ticino il pericolo d’incendi è moderato, ma resta l’obbligo di rispettare eventuali ordinanze cantonali o comunali.

Cosa prevede la legge

In Svizzera, la vendita e l’uso di fuochi d’artificio sono regolati dalla Legge federale sugli esplosivi e dalla relativa ordinanza. La normativa consente, di principio, l’utilizzo di fuochi d’artificio il 1° agosto, ma lascia a cantoni e comuni la possibilità di introdurre limitazioni, in particolare in caso di condizioni meteorologiche sfavorevoli. La vendita al dettaglio è permessa dal 15 luglio al 15 agosto, ma solo per rivenditori autorizzati e nel rispetto di precise norme di sicurezza. Sono pochi, tuttavia, i negozi che ancora forniscono prodotti di questo tipo, segno di una mutata sensibilità verso l’ambiente e alle frequenti restrizioni locali. In Ticino, in particolare, emerge che quasi nessun grande rivenditore propone articoli pirotecnici di grande portata.

Chi li vende ancora (e chi no)

Coop ci conferma che ha rinunciato a vendere fuochi di grande portata per motivi di sostenibilità: “La nostra offerta consiste ormai da diversi anni unicamente in piccoli fuochi d’artificio, come i razzi e le piccole fontane. Questo assortimento è disponibile anche in diversi punti vendita in Ticino. Coop ha deciso diversi anni fa, per motivi di sostenibilità, di rinunciare alla vendita di fuochi d’artificio di grande portata”.

Presso Jumbo la vendita di fuochi d’artificio è partita sabato 26 luglio, ma solo nelle filiali oltralpe, si legge sul sito del dettagliante. "Negli scorsi anni in Ticino si sono verificate ripetutamente restrizioni dovute alle condizioni meteorologiche. Questo, tra le altre cose, ha spinto Jumbo a non offrire più fuochi d’artificio nella nostra regione", ci spiega l’ufficio stampa.

Anche Migros Ticino ha deciso di non vedere più articoli pirotecnici. Una tendenza che si riscontra anche a livello nazionale. “Ogni cooperativa regionale ha la facoltà di decidere autonomamente in merito alla vendita di articoli pirotecnici”, ci spiega il gigante arancione. “Dal 2019, solo le cooperative del Vallese e di Neuchâtel-Friburgo offrono ancora, in modo molto limitato, fuochi d’artificio della categoria F1, che comprende articoli a basso rischio. Tutte le altre cooperative, inclusa Migros Ticino, hanno scelto di non proporli più”. Una scelta legata anche alla diminuzione costante della domanda negli ultimi anni, ai costi e alle complessità operative connesse agli imperativi di sicurezza.

Per quanto riguarda Manor l’offerta di fuochi d’artificio è limitata al punto vendita di Basilea, dal 29 al 31 luglio, mentre in altri grandi magazzini si trovano solo articoli da tavolo come bombe e stelle filanti. In Ticino è disponibile l’assortimento dedicato al 1° agosto, che prevede decorazioni, bandiere, specialità gastronomiche e vini svizzeri “che riflettono le tradizioni della Svizzera e i suoi colori”.

Un’iniziativa per limitarli in tutta la Svizzera?

Mentre i fuochi d’artificio restano una tradizione amata da molti, c'è anche chi vuole proteggere persone, animali e ambiente dagli effetti nocivi come il rumore o l’inquinamento. Il 3 novembre 2023 un comitato costituito da diverse organizzazioni che si occupano della tutela degli animali, ha depositato l’iniziativa popolare “Per una limitazione dei fuochi d’artificio”, che chiede un divieto costituzionale sui fuochi d’artificio che generano rumore. L’autorità cantonale dovrebbe comunque avere la possibilità di rilasciare licenze eccezionali per eventi di importanza sovraregionale. Il Consiglio federale ha respinto la proposta e la questione è ora al vaglio della Commissione della scienza, dell’educazione e della cultura del Consiglio nazionale. Secondo un sondaggio rappresentativo di gfs.bern, pubblicato ad aprile 2025, il 68% degli interpellati è favorevole all’iniziativa.