Ticino
Funghi radioattivi a 33 anni da Cernobyl, ma entro i limiti
Funghi radioattivi a 33 anni da Cernobyl, ma entro i limiti
Funghi radioattivi a 33 anni da Cernobyl, ma entro i limiti
Redazione
6 anni fa
Rimangono i dubbi sulla contaminazione da cesio-137. Nicola Forrer ha monitorato 60 campioni, "risultato confortante"

Per i fungiatt il 2019 è stato un anno da incorniciare. Le ottime condizioni meteo hanno permesso agli appassionati di ostentare sui social cestini colmi di porcini. A rovinare l’abbuffata, però, c’è sempre un dubbio che si ripete da 33 anni.Trentatré anni dopo il disastro di cernobyl, infatti, la terra in Ticino è ancora contaminata da cesio-137. Ma oggi quanto sono radioattivi i nostri funghi? E mangiarne troppi fa male? Nicola Forrer, vicedirettore del Laboratorio cantonale, ha appena concluso un monitoraggio su 60 campioni di funghi e risponde alle domande ai microfoni di TeleTicino.

“La misura della radioattività – spiega Forrer – si fa con uno spettrometro gamma che consiste in un nucleo di protezione fatto di piombo per schermare dalla radioattività ambientale quello che noi vogliamo misurare”. E, ha aggiunto che “il campione viene messo su quel piccolo piedistallo al di sotto del quale c'è un detettore ai raggi gamma che misura la radioattività emessa dal campione in esame”.

I funghi analizzati dal laboratorio cantonale sono stati raccolti in Ticino e appartenevano a 6 specie commestibili. E dalle analisi ne è sorto un “risultato confortante” afferma Forrer e aggiunge che, rispetto agli scorsi non è cambiato nulla e ciò “vuol dire che c'è una certa radioattività, normale che ci si aspetti nei funghi ma nessun campione ha superato i limiti legali”.

Per i funghi selvatici il limite è fissato a 600 becquerel per chilogrammo. Tra i campioni del 2019, il fungo più radioattivo ha raggiunto i 452 bequerel. Quindi, rimangono tutti entro i limiti anche se tutti i campioni sono risultati contaminati, a conseguenza del disastro di Cernobyl.

“Sono ancora i radionuclidi che sono stati prodotti dall'esplosione” approfondisce Forrer, e questo è possibile perché “hanno dei tempi di dimezzamento molto lunghi, fino ai 30 anni”. Ora, che siamo poco dopo i 30 anni quindi, spiega Forrer “abbiamo ancora la metà di contenuto di sostanze radioattive rilasciate dall'incidente”.

Però, non tutte le specie di funghi però sono ugualmente contaminate, infatti i porcini o i bolenti, nonché i funghi più buoni e più ricercati, sono quelli che meno assorbono radioattività

In tutti i casi, spiega l’esperto, pur abbuffandosi di funghi, i livelli di radioattività non saranno mai più dannosi di altre situazioni della vita quotidiana. “Le dosi metriche che uno assume mangiando funghi sono comunque trascurabili se confrontiamo con quello che si riceve normalmente dall'ambiente”. Secondo il vicedirettore, appunto, non è paragonabile a quello che assorbiamo quotidianamente come “ad esempio gas Radon piuttosto che Berillio dal cielo" o, aggiunge, che anche fare una radiografia o altri tipo di questi esami può essere più dannosa.

Tutti i dettagli nel servizio di TeleTicino

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