
Per i frontalieri italiani la questione dello stop alla targhe estere si sta trasformando in una vera e propria Odissea. Il Decreto sicurezza, diventato legge dello Stato il 1 dicembre scorso, prevede infatti il sequestro del veicolo e sanzioni che vanno dai 712 ai 2848 euro per chi viene fermato in Italia alla guida di auto o altri mezzi di servizio con targhe svizzere o estere.
La prassi di circolare con una vettura con targhe estere pur essendo domiciliati in Italia è stato un escamotage molto utilizzato poiché permetteva di non pagare il bollo, di dimenticarsi della revisione, di abbattere il costo dell’assicurazione e di non preoccuparsi di accumulare multe di ogni tipo. Un fenomeno che ha richiesto la modifica di due articoli del Codice della strada, il 93 e il 132, introducendo il divieto di circolazione con un veicolo immatricolato all’estero per chi ha stabilito la residenza in Italia da oltre 60 giorni. Chiunque viene pizzicato a bordo di un’auto immatricolata in un altro Paese, appartenente o meno all’UE (dunque anche la Svizzera), avrà 180 giorni di tempo per immatricolare l’auto in Italia o per portarla nel Paese in cui è immatricolata con un foglio di via provvisorio. Pena, come detto, la confisca del mezzo e maxi-multe fino a quasi 3'000 euro.
A rischiare pesanti ripercussioni sono però soprattutto i frontalieri, che sono spesso alla guida di automobili aziendali targate Ticino o San Marino per motivi di lavoro. Per ovviare al problema, a inizio luglio il deputato della Lega Flavio Di Muro aveva presentato un emendamento al decreto sicurezza che escluderebbe i lavoratori frontalieri del Principato di Monaco, della Svizzera, di San Marino e di Città del Vaticano dalle sanzioni introdotte dalla riforma del codice della strada. Tutto risolto? Assolutamente no: il 15 luglio il Presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico aveva bloccato l’emendamento in quanto inammissibile.
Insomma, del tema si discute ormai da mesi, senza ancora una soluzione. A inizio maggio, lo ricordiamo, il viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti italiano Edoardo Rixi e i sottosegretari del Ministero dell'interno Stefano Candiani e Nicola Moltenisi si erano posti l'obiettivo, da concretizzarsi entro l'estate, di varare una norma per salvaguardare i lavoratori frontalieri.
La preoccupazione dei frontalieri
"Siamo preoccupati – ha spiegato Antonio Locatelli del Coordinamento provinciale dei Frontalieri del VCO al portale Ossolanews - queste auto infatti non possono più circolare in Italia, ciò in ottemperanza al nuovo decreto sicurezza voluto dal ministro Matteo Salvini per regolarizzare la situazione delle auto con targhe extracomunitarie in Italia. La situazione è davvero problematica perché, ricordiamolo, ci sono ditte svizzere che mettono a disposizione i loro mezzi per permettere agli operai di viaggiare con una sola vettura, razionalizzando così i consumi e le spese, riducendo l’inquinamento ecc. Ebbene queste persone ora non possono più spostarsi con i mezzi targati “TI” proprio per colpa di questo decreto".
I frontalieri sono molto preoccupati ma non intendono arrendersi, e continuano a portare avanti le loro rivendicazioni. "Chiediamo ancora con forza un intervento risolutivo, ci appelliamo a tutti parlamentari locali delle attuali forze di governo ma anche all’onorevole del Pd Enrico Borghi, affinché si giunga presto ad una risoluzione del problema", ha concluso Locatelli.
Tra i lavoratori, come detto, c’è molta preoccupazione, come confermatoci da un lettore che teme addirittura di perdere il posto se la questione non verrà risolta. “Basterebbe una circolare ministeriale. Se a settembre la situazione non sarà risolta, saremo sicuramente licenziati e andremo ad aumentare il numero dei disoccupati in Italia”, racconta il nostro interlocutore.
Ad oggi, però, una tempistica certa ancora non c’è.
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