
In questi giorni sta facendo discutere il fenomeno, riportato da La Provincia di Como e da La Regione, dei frontalieri al contrario. Svizzeri, circa 2mila, che si trasferiscono in Italia per risparmiare sul costo della vita, con il sindacalista Unia Sergio Aureli che commenta: "Il concetto è che il posto di lavoro deve garantire un salario dignitoso ed è per questo che come sindacato auspichiamo contratti collettivi in tutte le professioni e salari dignitosi, che permettano di vivere in Svizzera".
Una battaglia, quella del sindacato, che però è ancora lungi dal potersi dire conclusa, con tanti ticinesi che faticano a raggiungere entrate mensili sufficienti a garantire una vita dignitosa per loro e per i loro figli.
Come nel caso di Luca (nome di fantasia), 45enne ticinese che ha deciso di lasciare il "suo" Ticino: "Sto vivendo una situazione assurda - racconta a Ticinonews - dopo un infortunio ho una percentuale di invalidità che mi impedisce di fare sforzi, ma potrei fare tuttavia alcuni lavori. Ma, dato che ho diplomi troppo specifici dovrei fare una riqualifica professionale, che tuttavia non mi viene permessa perché secondo chi di dovere sarei troppo vecchio".
Una prospettiva di vita che non piace affatto a Luca. "Come posso pensare di stare a 45 anni senza poter lavorare, quando alla pensione mancano almeno 20 anni, vivendo con una parziale entrata per l'invalidità. Mentalmente è una cosa che distrugge, ma soprattutto non mi permette di garantire una vita decente a mia moglie e ai miei figli".
Da qui la decisione di andare via: "Così non è vivere, ma sopravvivere. E non posso permetterlo. Sto adesso valutando tutte le soluzioni, ma con ogni probabilità andrò in Italia o in Spagna, dove la vita costa meno, cercando di ripartire e creare le basi per una vita dignitosa per la mia famiglia".
Un addio alla Svizzera che però fa male: "Sono nato e cresciuto in Ticino. I miei amici sono qui, tutto quello che ho fatto è qui. Dallo sportivo d'élite alla scuola, dal lavoro al volontariato. Ma mi sento abbandonato dal mio Paese, che ha tante qualità e garantisce tanti servizi. Ma che se entri in un certo tipo di persone con problematiche ti fa entrare nel calderone delle assicurazioni sociali dal quale è davvero complicato uscire, ritrovandosi confrontati con una qualità di vita che non rispecchia quello che dovrebbe essere la Svizzera".
© Ticinonews.ch - Riproduzione riservata