
Detto fatto: lo aveva annunciato giovedì, al termine della presentazione del rapporto sugli impianti invernali ticinesi. E ieri l’ha fatto. Giovanni Frapolli, l’uomo delle nevi, il controverso imprenditore del Ticino bianco, ha avviato la procedura di fallimento per Airolo. La Centri turistici montani, controllata dallo stesso Frapolli, ha spiccato un precetto esecutivo da 3 milioni nei confronti della Centro turistico San Gottardo, pure controllata da Frapolli. Frapolli contro Frapolli, verrebbe da dire. Se non ci fosse di mezzo anche BancaStato, che pure ha inviato un precetto di 3 milioni alla società che gestisce gli impianti di Airolo. Ai microfoni di TeleTicino e Radio 3iii, dal suo nido degli elicotteri di Lodrino, Frapolli ha spiegato che quel che è successo è esattamente quel che doveva accadere. “Sono stufo di pagare di tasca mia – ha detto in sostanza -. Per cui ora, di fronte a una totale mancanza di prospettive, voglio recuperare i soldi che la Centri turistici montani ha immesso negli ultimi due anni nella gestione di Airolo. Soldi usati per pagare la manutenzione necessaria all’apertura degli impianti. La banca che ha finanziato gli investimenti ha fatto lo stesso”. La stazione invernale di Airolo resterà dunque chiusa? “Spero di no. La decisione di avviare il fallimento vuole essere anche un atto per innescare finalmente una seria discussione sul futuro degli impianti, compresi Bosco e Carì. Bisogna smetterla di parlare solo di me. Io posso anche fare le valige ed emigrare. Comunque sia, per riaprire Airolo quest’inverno occorrono 600'000 franchi. Duecentomila dovrebbero arrivare dalla città di Lugano e dal comune leventinese. Ne mancano 400, e credo che a questo punto dovrebbe metterli il Cantone, se vuole davvero puntare, come ha detto il Governo, su questa destinazione”. red
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