Lugano
Foletti e Krienke tra solidarietà e umanità
©Gabriele Putzu
©Gabriele Putzu
Federico Marino
un anno fa
Sindaco e professore ordinario di Filosofia moderna ed etica sociale si sono rivolti alla cittadinanza con retrospettive sull'anno passato e prospettive su quello che verrà.

Foletti, il 2022 all'insegna della solidarietà

Il sindaco di Lugano Michele Foletti ha rivolto ai cittadini e le cittadine del comune sul Ceresio l'abituale discorso di fine anno. Foletti ha esordito esprimendo il sollievo dato dalla possibilità di tornare ad abbracciarsi dopo la pandemia. Lo stesso ha poi confessato un certo imbarazzo nel trovarsi, in quest'occasione, a rivestire il ruolo di sindaco. In questo senso, è stato subito rivolto un pensiero di cordoglio a Marco Borradori, che "partecipava sempre con gioia alle celebrazioni del primo dell'anno". Foletti ha poi deciso di basare il suo discorso intorno al concetto di solidarietà, che assieme alla generosità ha definito l'anno che si è chiuso ieri notte. Citando Leopardi, il sindaco ha affermato la sua convinzione della necessità di stabilire una "rete di solidarietà" di fronte al senso d'incertezza e precarietà della nostra società. Si è poi proseguito ricordando i movimenti di solidarietà nei confronti della guerra in Ucraina e di chi vi fugge, accompagnati dalla determinazione di trovare una pace giusta, come in occasione dell'Ukraine Recovery Conference. La solidarietà però - prosegue Foletti - ha assunto diverse forme. Si è citata una forma più istituzionale, tramite il versamento dei fondi ai comuni economicamente più deboli, ma anche nei confronti delle fasce più deboli della popolazione. Il nuovo regolamento sulle prestazioni comunali in ambito sociale, si è ricordato, è al vaglio della commissione delle petizioni del consiglio comunale. Il sindaco di Lugano ha infine deciso di rivolgere un ringraziamento ai volontari, invitando inoltre i ragazzi e le ragazze a lasciarsi "contagiare dalla passione e dallo slancio generoso di chi si dedica al prossimo". 

Krienke: un nuovo inizio verso un 2023 più umano

Markus Krienke, dal canto suo, ha scelto una citazione di Herman Hesse per dare il là al suo discorso: "ogni inizio contiene una magia che ci protegge e a vivere ci aiuta". Questo primo gennaio, infatti, vuole essere un "inizio ufficiale della nostra vita civile dopo la Pandemia". Pandemia che sembra aver inaugurato quello in cui Krienke vede uno "stato di permacrisi", che tradisce un disagio della nostra società. Per rappresentare la nostra società Krienke utilizza l'immagine della bolla: quella dei lockdown, e delle nuove tecnologie. Lo stato di crisi della nostra società sarebbe quindi in realtà l'incapacità di incontrare l'altro e confrontarsi, accrescendo competitività e incuranza del prossimo. 
La ripartenza, in questo senso, non sarebbe da cercare nell'impossibile, come sosteneva sempre Herman Hesse; bensì nel ricostituire l'umanità "a partire dall'altro", dal gioco che ci riporta alla realtà, qualcosa che alla società della produttività sembra "inutile". Krienke parla di "un nuovo umanesimo, concreto", une "cultura dell'umanità e della pace" fatta di "ascolto, ospitalità, accettazione dell'altro". La proposta, che tradizionalmente è rivolta al comune, quest'anno è indirizzata ai cittadini e alle cittadine in questo senso; perché il 223 sia l'anno "non della resilienza, ma dell'interruzione, della gentilezza e dell'ospitalità".