Ticino
Fissato il tetto massimo di medici per 11 specializzazioni, De Rosa: "Dobbiamo contenere i costi"
Redazione
2 anni fa
Dal 1. novembre entra in vigore il regolamento che limita il numero di medici nel settore ambulatoriale. De Rosa: "La spesa in questo settore è cresciuta del 50% in pochi anni, dobbiamo intervenire dove la fatturazione è eccessiva e c’è una sovraofferta”.

Limitare il numero di medici in Ticino: dal 1° novembre si passerà dalla teoria alla pratica. Entrerà infatti in vigore il nuovo regolamento, che fissa i tetti massimi di medici nel settore ambulatoriale. Un settore dove la spesa negli ultimi anni è cresciuta del 50%. In particolare sono 11 le specializzazioni in cui, per poter fatturare a carico della LAMal, si dovrà aspettare che qualcuno lasci il posto. "Una misura che aiuterà a contenere i costi", ci spiega il direttore del DSS Raffaele de Rosa. “C'è sempre indignazione quando vediamo l'aumento dei premi di cassa malati a settembre, per cui è importante sfruttare tutti i margini di manovra a disposizione per contenere la crescita della spesa e di riflesso quella dei premi. Il Cantone vuole sfruttare questo limitato margine di manovra dato dalla nuova regolamentazione, cercando di agire in quelle specializzazioni che dimostrano una fatturazione eccessiva e una sovraofferta".

Le 11 specializzazioni toccate

Le specializzazioni in questione, come detto, sono 11: l’oncologia ha il tasso d’approvvigionamento più elevato (ossia ci sono troppi medici in rapporto alle esigenze della popolazione). Seguono la nefrologia, la neurologia, l’anestesiologia, la dermatologia, la gastroenterologia. Superano la barriera del 120% anche la chirurgia ortopedica, la radiologia, la cardiologia, la chirurgia e la chirurgia plastica e ricostruttiva.

Chi è escluso

Dalle limitazioni vengono escluse quattro categorie: la medicina interna, chi si specializza in medicina generica, la pediatria, la psichiatria e psicoterapia infantile e dell’adolescenza. “Sono quattro settori che appartengono alla medicina di prossimità, sono al servizio diretto della popolazione, nonché al servizio dei minorenni”, spiega Patrizia Bottinelli Cancellara, capo dell’Ufficio di sanità. “Anche a livello federale sono ritenute specializzazioni con una copertura sanitaria insufficiente, soprattutto nelle zone periferiche. Si è voluto quindi tutelarle e non sottoporle a una limitazione”.

Una lista d’attesa nel regime definitivo

Tornando alle 11 specializzazioni a numero chiuso, si formerà una lista d’attesa e sono previste eccezioni, come per esempio la cessione di uno studio medico. Dal primo novembre inizia la fase transitoria, poi si passerà all’ultima fase. "Nel regime definitivo da attuare dopo il 1° luglio 2025, questi limiti potrebbero essere anche più severi”, spiega Paolo Bianchi, direttore della Divisione della salute pubblica. “Non vi sarà la situazione per cui per un medico che va in pensione, ne può rientrare un altro a carico della LAMal, ma con dei limiti inferiori. Bisognerà scenderà di alcuni numeri prima che qualcuno possa immettersi sul mercato".