
Spira aria di ottimismo fra gli esercenti di bar e ristoranti di Chiasso nel primo giorno dopo l’abolizione dell’obbligo di telelavoro, mutatosi in semplice raccomandazione. I rappresentanti del settore che hanno accettato di parlare con noi ci dicono di avere patito molto la misura, soprattutto in una cittadina che vive principalmente di uffici e di terziario. “Abbiamo sofferto tantissimo a causa del telelavoro”, confessa a Ticinonews Maria José Soler, gerente di bar e vicepresidente di GastroMendrisiotto. “Rispetto al solito, abbiamo fatturato circa il 40%”. Fra le novità culinarie degli ultimi anni in Ticino ci sono i “food truck”, furgoncini che vendono cibo di strada. “Effettivamente durante il mese di telelavoro abbiamo visto un piccolo calo di clientela”, conferma Alan, gerente di un food truck. “Abbiamo però saputo difenderci bene, puntando per esempio sulla polenta, che è un piatto che piace molto agli anziani”.
Ancora poca gente in giro
La clientela era un po’ assente nel primo giorno dopo il telelavoro, ma secondo Soler e Alan potrebbe crescere a breve. A contribuire ad aumentare l’ottimismo c’è la possibilità, ventilata ieri dal Consiglio federale, di togliere l’obbligo di certificato Covid per bar e ristoranti già a partire dal prossimo 17 febbraio. Anche questa misura – ci dicono – ha colpito duramente il settore, sebbene il bel tempo di questo autunno e inverno abbia permesso a molte persone sprovviste di Pass di ripiegare sulle terrazze.
“Si può tornare indietro”
“È vero che l’incertezza sanitaria rimane, ma togliere l’obbligo di certificato per bar e ristoranti è una mossa che dobbiamo compiere”, dichiara la vicepresidente di GastroMendrisiotto. E se la situazione sanitaria dovesse peggiorare, “possiamo sempre tornare indietro”. In ogni caso, è un sorriso pieno di ottimismo a illuminare il volto della gerente: “Io vedo un futuro roseo”. La decisione di allentare giunge al momento giusto: “Lo stare a casa stava diventando un’abitudine”, commenta Soler.
I commerci trovano alternative
Meno gente in giro ha però significato pure difficoltà per il settore dei commerci che, come ci spiega il presidente della Società dei commercianti del Mendrisiotto Carlo Coen, ha dovuto sapere reinventarsi, per esempio facendo affidamento sulla capacità attrattiva del mercato settimanale del venerdì, ma anche puntando sulla vendita online: “Quasi tutti i negozi, ormai, hanno un sito o una pagina Facebook o Instagram da cui vendono. In questo momento, basarsi unicamente sulle nostre vetrine significherebbe chiudere”. Uno spirito che presto potrebbe raggiungere anche il capoluogo: la Società commercianti ha infatti intenzione di organizzare prossimamente un nuovo mercato settimanale a Mendrisio.
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