
Lo spauracchio della chiusura totale del gas russo preoccupa, soprattutto in vista dell’inverno. Per correre ai ripari c’è chi sta pensando alle energie alternative, come il fotovoltaico, e chi, guardando al bosco dietro casa, pensa al camino o alla stufa per scaldare casa nella stagione fredda. Per avere il polso della situazione e non farsi trovare impreparati la Federlegno interpellerà i suoi affiliati per capire come si stanno organizzando le imprese forestali. “Chiediamo alle aziende quanta legna hanno pensato di stoccare, quanta ne dovranno mettere in magazzino e soprattutto quante comande hanno già ricevuto”, ha spiegato Danilo Piccioli, direttore della Federlegno, ai microfoni di Ticinonews.
“Bisogna avere dati oggettivi”
I professionisti del settore si stanno quindi muovendo con anticipo per evitare di fare una scorta eccessiva. “Adesso abbiamo ancora la legna immagazzinata lo scorso inverno”, ha detto Piccioli. “Qualsiasi intervento per aumentare le riserve va fatto in presenza di dati oggettivi. Non dobbiamo dimenticarci che ogni misura va presa in base a queste informazioni”.
“Non ci saranno speculazioni”
I prezzi sono in aumento per tutti i beni. L’inflazione sembra non fermarsi mai. Da qui una domanda semplice, ma di interesse generale: che ne sarà del prezzo della legna da ardere? “Ci saranno degli adeguamenti legati all'aspetto della meccanizzazione, che naturalmente ha dei costi
supplementari dovuti ai rincari energetici”, ha affermato il direttore della Federlegno. “Ma posso garantire che le imprese e le associazioni di Federlegno, non entreranno nella spirale della speculazione”, ha concluso il direttore.
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