
Unità d’intenti e determinazione contro i tagli di FFS Cargo, attuali e futuri. È quanto emerso dall’incontro odierno tra il Comitato contro lo smantellamento di FFS Cargo e il Consiglio di Stato ticinese. Una riunione in cui è stato confermato che l’Esecutivo e i Sindacati condividono le stesse preoccupazioni. "Siamo allineati sulla stessa linea di difesa dei posti di lavoro FFS nel Canton Ticino, tutelando in primis i 40 macchinisti che sono stati trasferiti in altri depositi o altri ambiti" ha confermato ai microfoni di Ticinonews il vicepresidente della sezione ticinese del Sindacato dei macchinisti Luca Benato.
I tre punti chiave
I punti emersi sono quindi principalmente tre. In primis che vengano mantenute le promesse di sistemazione per i 40 lavoratori toccati dai tagli di FFS Cargo. Il secondo punto è quello di evitare chiusure del deposito macchinisti o delle officine di Chiasso, mentre il terzo punto riguarda la preoccupazione generale di perdita dei posti di lavoro e del ruolo del Ticino in prospettiva, visto anche l’annuncio di ulteriori tagli da parte di FFS Cargo. "In prospettiva ci sono dei segnali molto preoccupanti anche per quanto riguarda il traffico passeggeri. Insomma c’è in atto una dinamica di centralizzazione e di conseguenza perdita di posti di lavoro anche qualificati in Canton Ticino. Questo non funziona" ha dichiarato il deputato Mps e membro del Comitato Matteo Pronzini. Oltre al Ticino, il Comitato ha peraltro già scritto anche a Coira, per far sì che il Governo retico "si attivi a difesa della Mesolcina e dei suoi posti di lavoro", ha ribadito Benato.
Lunedì si va a Berna
Prossimi passi? Il primo dicembre il Comitato incontrerà i vertici delle FFS a Berna. Anche in vista di questo incontro oggi sono stati discussi punti e strategie per arrivare compatti nelle richieste, con l’obbiettivo di garantire la presenza di investimenti e personale qualificato nel nostro Cantone anche in futuro, con giuste compensazioni in caso di ulteriori tagli. "Bisogna fare in modo che FFS Cargo mantenga l’occupazione in Ticino", ha concluso Pronzini, "e che le FFS riflettano su quale attività possa essere trasferita e sviluppata in Ticino. È un azienda nazionale e anche il Ticino deve poter beneficiare di posti legati alle Ferrovie e avere quindi un contributo al suo sviluppo economico".
